Nuovo DPCM, le Regioni scrivono a Conte: “No alle serrate”
Tra le richieste, indennizzi economici per le attività e chiusura dei locali alle 23.
Nuovo DPCM, le Regioni scrivono a Conte: “No alle serrate”.
Nuovo DPCM, le Regioni scrivono a Conte: “No alle serrate”
Annunciato nella serata di ieri, sabato 24 ottobre, il nuovo DPCM a firma del premier Conte legato all’emergenza Coronavirus potrebbe ancora subire delle modifiche.
Le richieste delle Regioni
Alla luce delle indiscrezioni, il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini, ha inviato un documento a Conte in cui si chiedono modifiche e passi indietro, soprattutto sugli orari di chiusura di bar e ristoranti che di fatto creano un “coprifuoco” senza precedenti.
Il testo completo
Illustre Presidente, gentili Ministri,
con riferimento allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, concernente “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, vista l’urgenza di procedere ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del decreto legge 6 del 3 febbraio 2020, esprimo il parere, salvo successiva ratifica in Conferenza, nei termini di cui alle allegate osservazioni.
In via generale, si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti.
Nel ringraziare per l’attenzione, invio i miei migliori saluti.
Stefano BonacciniOsservazioni al DPCM del 24 ottobre 2020
1) Si richiede l’estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università.
2) Al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell’operatore di sanità pubblica.
3) Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l’obbligo di chiusura domenicale.
4) Eliminare all’art.1, comma 6 lettera f), il riferimento “impianti nei comprensori sciistici”.
5) Prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie.
Si sottopone, inoltre, all’attenzione del Governo, la necessità di:
– eliminare alla lettera r) le parole “previa comunicazione al ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali”, come già richiesto in occasione del DPCM del 18 ottobre 2020;
– valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento;
– prevedere nel DPCM un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure.