Jolly Nero: pene dimezzate
Uno sconto di quasi la metà della pena, rispetto a quanto aveva chiesto il pubblico ministero. Per la tragedia della Torre Piloti di Genova, il comandante della nave cargo Jolly Nero, Roberto Paoloni, è stato condannato a 10 anni e 4 mesi (erano stati chieti 20 anni e 7 mesi), il primo ufficiale, Lorenzo Repetto, a 8 anni e 6 mesi (richiesti dieci anni e mezzo), il direttore di macchina, Franco Giammoro, a 7 anni (richiesti dieci anni e mezzo). Per tutti e tre il giudice, Silvia Carpanini, ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. Condanna anche per il pilota del porto, Antonio Anfossi, a 4 anni e 2 mesi grazie alle attenuanti generiche (la richiesta era stata di dieci anni e sei mesi).
La compagnia Messina, proprietaria del Jolly Nero, è stata ritenuta responsabile solo dell’illecito amministrativo e condannata a pagare un milione e 50.000 euro di sanzione. Tutti i condannati (Paoloni, Anfossi, Repetto e Giammoro) dovranno risarcire in solido i parenti delle 9 vittime per un importo di circa 6 milioni di euro.
Sono le condanne - lette ieri pomeriggio - per la tragedia della Torre Piloti del porto di Genova, abbattuta dalla nave della società Ignazio Messina il 7 maggio 2013. L’impatto con il Jolly Nero provocò 9 morti e 4 feriti. Tra le vittime c’era anche Davide Morella, 33 anni, di Biella, sottufficiale della Guardia costiera.
Il giudice ha invece assolto Giampaolo Olmetti (la richiesta era stata di 17 anni) e Cristina Vaccari, referenti della compagnia Messina.
In aula si è scatenata la rabbia dei parenti delle vittime, infuriati perché le richieste della Pubblica accusa erano state molto più pesanti. «Assassini, assassini - hanno gridato in coro - avete ucciso nove persone, non finisce qui».
Tra le parti civili compare anche l’avvocato biellese Alessandra Guarini, legale di Adele Chiello Tusa, mamma del giovane Giuseppe Tusa, il quale, smontando dal turno di guardia in ascensore, rimase intrappolato nella Torre crollata, annegando.
V.Ca.
Uno sconto di quasi la metà della pena, rispetto a quanto aveva chiesto il pubblico ministero. Per la tragedia della Torre Piloti di Genova, il comandante della nave cargo Jolly Nero, Roberto Paoloni, è stato condannato a 10 anni e 4 mesi (erano stati chieti 20 anni e 7 mesi), il primo ufficiale, Lorenzo Repetto, a 8 anni e 6 mesi (richiesti dieci anni e mezzo), il direttore di macchina, Franco Giammoro, a 7 anni (richiesti dieci anni e mezzo). Per tutti e tre il giudice, Silvia Carpanini, ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena. Condanna anche per il pilota del porto, Antonio Anfossi, a 4 anni e 2 mesi grazie alle attenuanti generiche (la richiesta era stata di dieci anni e sei mesi).
La compagnia Messina, proprietaria del Jolly Nero, è stata ritenuta responsabile solo dell’illecito amministrativo e condannata a pagare un milione e 50.000 euro di sanzione. Tutti i condannati (Paoloni, Anfossi, Repetto e Giammoro) dovranno risarcire in solido i parenti delle 9 vittime per un importo di circa 6 milioni di euro.
Sono le condanne - lette ieri pomeriggio - per la tragedia della Torre Piloti del porto di Genova, abbattuta dalla nave della società Ignazio Messina il 7 maggio 2013. L’impatto con il Jolly Nero provocò 9 morti e 4 feriti. Tra le vittime c’era anche Davide Morella, 33 anni, di Biella, sottufficiale della Guardia costiera.
Il giudice ha invece assolto Giampaolo Olmetti (la richiesta era stata di 17 anni) e Cristina Vaccari, referenti della compagnia Messina.
In aula si è scatenata la rabbia dei parenti delle vittime, infuriati perché le richieste della Pubblica accusa erano state molto più pesanti. «Assassini, assassini - hanno gridato in coro - avete ucciso nove persone, non finisce qui».
Tra le parti civili compare anche l’avvocato biellese Alessandra Guarini, legale di Adele Chiello Tusa, mamma del giovane Giuseppe Tusa, il quale, smontando dal turno di guardia in ascensore, rimase intrappolato nella Torre crollata, annegando.
V.Ca.