Il maliano ferito dai carabinieri in passato entrò in chiesa inneggiando all'Islam
A Trivero fermato senza drammi grazie alla perfetta mira del maresciallo che gli ha sparato di striscio ferendolo a un piede.
Il maliano ferito dai carabinieri in passato entrò in chiesa inneggiando all'Islam.
Convalidato l'arresto
Resterà in carcere il cittadino del Mali, 37 anni, Kaba Dembele, in Italia da circa sei anni, finito in manette domenica mattina dopo aver aggredito con un bastone di una cinquantina di centimetri i carabinieri di Valle Mosso e di Trivero intervenuti per riportarlo alla ragione dopo che, senza apparente motivo, si era messo a danneggiare l’auto del titolare dell’azienda agricola dove lavorava come allevatore solo da qualche giorno.
Ferito da un colpo di pistola
Per fermare la sua furia, dopo che stava per colpire nuovamente alla testa un carabiniere finito a terra, il maresciallo è stato costretto a sparare un colpo di pistola che ha colpito in modo preciso il maliano ad un piede senza peraltro provocargli lesioni gravi. Un vero colpo da maestro da parte dell’esperto sottufficiale che, nella circostanza, con il collega in gravissima difficoltà, ha saputo mantenere comunque un incredibile sangue freddo e a mirare in modo si può dire perfetto per ottenere il massimo risultato con il minimo danno.
Le accuse
Le accuse mosse nei confronti dell’africano, sono in tutto sette: tentato omicidio nei confronti dei carabinieri, tre casi di lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato dell’auto del titolare dell’azienda agricola, porto abusivo di arma od oggetto atto ad offendere.
Quando entrò in chiesa
L’indagato non è nuovo a scatti di follia. Già tre anni fa, in un periodo particolarmente delicato per quanto riguarda il timore di attentati da parte di terroristi islamici, era balzato alla ribalta della cronaca per essere entrato nella chiesa di San Sebastiano in via Q.Sella pochi istanti prima dell’inizio della messa inneggiando all’Islam. Aveva uno zaino sulle spalle: un particolare che aveva tenuto in apprensione i tanti fedeli presenti in quel momento in chiesa nonché le forze dell’ordine quando erano intervenute per riportare lo straniero alla ragione. In quella circostanza, l’uomo era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e turbamento di funzione religiosa, un reato punibile con la reclusione fino a tre anni. Era poi finito in carcere bensì nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Biella.
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