Le tracce del ‘popolo segreto’ dei Celti nel Biellese e dintorni
BIELLA - Di loro non sappiamo molto, e quel poco lo conosciamo dai racconti che ne fecero i greci e i romani (dandone un’immagine non troppo lusinghiera). Eppure questo popolo strano - senza stato, senza scrittura, senza templi - popolo? ed egemonizzo? per secoli gran parte dell’Europa, inclusa l’Italia del Nord: sono i Celti, un insieme di clan e tribu? accomunate da usi, costumi, lingua. I greci li chiamarono Keltoi - che nella loro lingua pare significasse ‘popolo segreto’ – e, piu? tardi, anche Galati, mentre i romani - ispirandosi ai nomi greci - li indicarono come Celtae o Galli.
Ecco i nostri progenitori, dunque, che dal centro Europa arrivarono gradualmente anche qui, a partire probabilmente dagli insediamenti della Burcina, risalenti al V secolo a.C. E poi, con le grandi migrazioni galliche del IV secolo a.C., si installarono massicciamente, mescolandosi con le popolazioni preesistenti: Taurini, Salassi, Insubri, Vertacomori, Leponzi, una galassia di tribu? di matrice celtica a popolare il nord Piemonte.
Finche? arrivarono i Romani: un po’ con le buone, un po’ con le cattive (i bellicosi Salassi opposero una strenua resistenza), intorno al 100 a.C. la ‘romanizzazione’ dell’Italia settentrionale si concluse e il nostro territorio entro? ufficialmente nella ‘Gallia cisalpina’, provincia romana a tutti gli effetti. Sconfitti militarmente, i Celti, ma non cancellati: anche se la storia la scrivono i vincitori, la cultura di questo popolo multiforme rimarra? viva a lungo, sottotraccia, soprattutto nella zona alpina. E oggi, a distanza di oltre duemila anni, e? ancora capace di suscitare emozioni e suggestioni, e anche la curiosita? di riscoprirne le tracce, per ricomporre il mosaico di un pezzo cosi? importante della nostra storia.
A questo popolo, vinto ma ancora culturalmente cosi? vivo, vuole rendere omaggio la mostra “Galati vincenti. I Celti in Piemonte tra VI e I secolo a.C.”, la cui inaugurazione e? in programma questo sabato alle ore 18 al Museo del Territorio Biellese, che ripercorre le tappe fondamentali della presenza, sul nostro territorio, dei principali e diversi gruppi etnici riconducibili alla matrice culturale celtica. E lo fa sciorinando una esposizione d’eccezione, con una ottantina tra reperti, corredi tombali, iscrizioni, monete: oggetti rari, di grande bellezza intrinseca, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta o nuovamente dopo anni di assenza.
Lance, spade ed un particolare elmo restituiscono il fascino del costume guerriero; gioielli in oro, vetro, argento e bronzo ci introducono nel mondo della moda femminile del tempo; vasi in terracotta per il vino, dalla caratteristica forma ‘a trottola’, e vasellame bronzeo ci parlano del gusto raffinato per i banchetti; e poi iscrizioni - redatte nell’alfabeto “di Lugano”, un adattamento dell’alfabeto etrusco - e rare monete in oro e argento raccontano l’alto livello di autoaffermazione raggiunto da questi antichi popoli.
Anche questa volta, le testimonianze delle genti celtiche del Biellese, presenti nell’esposizione permanente del Museo del Territorio, saranno accostate a reperti riconducibili a popolazioni celtiche vicine, come gli Insubri e i Leponti, grazie al prestito dei Musei Civici di Novara, del Museo del Paesaggio di Ornavasso e delle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Torino e di Novara-Biella. Si tratta di un format che da tempo caratterizza l’offerta culturale del MdT: far ‘dialogare’ il patrimonio archeologico biellese con pezzi provenienti di altri territori, in modo da offrire al visitatore un quadro culturale piu? ampio e una proposta espositiva sempre nuova e diversa.
E anche l’allestimento sara? molto evocativo, a partire dalla citazione, a grandezza naturale, del Galata Morente (nella foto), la celeberrima statua - copia romana in marmo di un’opera ellenistica, oggi esposta nei Musei Capitolini - che esprime tutta la fierezza, il coraggio, la dignita? di un popolo vinto, ma temuto e rispettato anche dai nemici. Un popolo sconfitto dai Romani ma non dalla storia, ancora capace di offrirci suggestioni e stimoli culturali e dunque ‘vincente’, portatore di una cultura originale che ha lasciato tracce durevoli e che oggi continua a segnare l’immaginario collettivo con miti, valori, suggestioni di grande fascino.
Info - Inaugurazione sabato 15 luglio, ore 18: presentazione e visita, a seguire aperitivo. Ingresso libero. Per saperne di piu?: ‘Galati vincenti’, catalogo a cura di Angela Deodato, Edizioni E20 Progetti. La mostra proseguira? fino al 29 ottobre. Da mercoledi? a venerdi? ore 10-12.30 e 15-18.30, sabato e domenica ore 15-19. Biglietto (Mare + Galati vincenti + collezioni permanenti):5 euro intero, 3 euro ridotto.
Simona Perolo
BIELLA - Di loro non sappiamo molto, e quel poco lo conosciamo dai racconti che ne fecero i greci e i romani (dandone un’immagine non troppo lusinghiera). Eppure questo popolo strano - senza stato, senza scrittura, senza templi - popolo? ed egemonizzo? per secoli gran parte dell’Europa, inclusa l’Italia del Nord: sono i Celti, un insieme di clan e tribu? accomunate da usi, costumi, lingua. I greci li chiamarono Keltoi - che nella loro lingua pare significasse ‘popolo segreto’ – e, piu? tardi, anche Galati, mentre i romani - ispirandosi ai nomi greci - li indicarono come Celtae o Galli.
Ecco i nostri progenitori, dunque, che dal centro Europa arrivarono gradualmente anche qui, a partire probabilmente dagli insediamenti della Burcina, risalenti al V secolo a.C. E poi, con le grandi migrazioni galliche del IV secolo a.C., si installarono massicciamente, mescolandosi con le popolazioni preesistenti: Taurini, Salassi, Insubri, Vertacomori, Leponzi, una galassia di tribu? di matrice celtica a popolare il nord Piemonte.
Finche? arrivarono i Romani: un po’ con le buone, un po’ con le cattive (i bellicosi Salassi opposero una strenua resistenza), intorno al 100 a.C. la ‘romanizzazione’ dell’Italia settentrionale si concluse e il nostro territorio entro? ufficialmente nella ‘Gallia cisalpina’, provincia romana a tutti gli effetti. Sconfitti militarmente, i Celti, ma non cancellati: anche se la storia la scrivono i vincitori, la cultura di questo popolo multiforme rimarra? viva a lungo, sottotraccia, soprattutto nella zona alpina. E oggi, a distanza di oltre duemila anni, e? ancora capace di suscitare emozioni e suggestioni, e anche la curiosita? di riscoprirne le tracce, per ricomporre il mosaico di un pezzo cosi? importante della nostra storia.
A questo popolo, vinto ma ancora culturalmente cosi? vivo, vuole rendere omaggio la mostra “Galati vincenti. I Celti in Piemonte tra VI e I secolo a.C.”, la cui inaugurazione e? in programma questo sabato alle ore 18 al Museo del Territorio Biellese, che ripercorre le tappe fondamentali della presenza, sul nostro territorio, dei principali e diversi gruppi etnici riconducibili alla matrice culturale celtica. E lo fa sciorinando una esposizione d’eccezione, con una ottantina tra reperti, corredi tombali, iscrizioni, monete: oggetti rari, di grande bellezza intrinseca, molti dei quali esposti al pubblico per la prima volta o nuovamente dopo anni di assenza.
Lance, spade ed un particolare elmo restituiscono il fascino del costume guerriero; gioielli in oro, vetro, argento e bronzo ci introducono nel mondo della moda femminile del tempo; vasi in terracotta per il vino, dalla caratteristica forma ‘a trottola’, e vasellame bronzeo ci parlano del gusto raffinato per i banchetti; e poi iscrizioni - redatte nell’alfabeto “di Lugano”, un adattamento dell’alfabeto etrusco - e rare monete in oro e argento raccontano l’alto livello di autoaffermazione raggiunto da questi antichi popoli.
Anche questa volta, le testimonianze delle genti celtiche del Biellese, presenti nell’esposizione permanente del Museo del Territorio, saranno accostate a reperti riconducibili a popolazioni celtiche vicine, come gli Insubri e i Leponti, grazie al prestito dei Musei Civici di Novara, del Museo del Paesaggio di Ornavasso e delle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Torino e di Novara-Biella. Si tratta di un format che da tempo caratterizza l’offerta culturale del MdT: far ‘dialogare’ il patrimonio archeologico biellese con pezzi provenienti di altri territori, in modo da offrire al visitatore un quadro culturale piu? ampio e una proposta espositiva sempre nuova e diversa.
E anche l’allestimento sara? molto evocativo, a partire dalla citazione, a grandezza naturale, del Galata Morente (nella foto), la celeberrima statua - copia romana in marmo di un’opera ellenistica, oggi esposta nei Musei Capitolini - che esprime tutta la fierezza, il coraggio, la dignita? di un popolo vinto, ma temuto e rispettato anche dai nemici. Un popolo sconfitto dai Romani ma non dalla storia, ancora capace di offrirci suggestioni e stimoli culturali e dunque ‘vincente’, portatore di una cultura originale che ha lasciato tracce durevoli e che oggi continua a segnare l’immaginario collettivo con miti, valori, suggestioni di grande fascino.
Info - Inaugurazione sabato 15 luglio, ore 18: presentazione e visita, a seguire aperitivo. Ingresso libero. Per saperne di piu?: ‘Galati vincenti’, catalogo a cura di Angela Deodato, Edizioni E20 Progetti. La mostra proseguira? fino al 29 ottobre. Da mercoledi? a venerdi? ore 10-12.30 e 15-18.30, sabato e domenica ore 15-19. Biglietto (Mare + Galati vincenti + collezioni permanenti):5 euro intero, 3 euro ridotto.
Simona Perolo