il caso giudiziario

Orrore forno crematorio, in corso udienza per richiesta patteggiamento dei Ravetti

Fuori dal tribunale la protesta dei famigliari delle salme coinvolte nella vicenda.

Orrore forno crematorio, in corso udienza per richiesta patteggiamento dei Ravetti
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E’ in questo momento in corso in tribunale l’udienza con rito abbreviato che vede sul banco degli imputati Alessandro e Marco Ravetti, al vertice della Socrebi, la società che gestiva il forno crematorio di Biella, al momento dell’esplosione dello scandalo. Anche stamattina è stato organizzato un sit-in di protesta davanti a palazzo di giustizia da parte dei parenti della vittime (in tutto ci sono una ventina di persone) che sono state cremate nel forno di Biella a ritmo almeno doppio rispetto a quanto l’impianto era in grado di sopportare nel rispetto dei tempi.

Orrore forno crematorio, attesa per decisione giudice

Entrambi gli imputati hanno chiesto di poter accedere al patteggiamento (nell’ordine dei tre anni e mezzo). In questo momento il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere sulle richieste di costituzione di parte civile. In seguito toccherà all’accusa - sostenuta direttamente dal procuratore capo, Teresa Angela Camelio - esprimere le proprie valutazioni in merito alle richieste di patteggiamento alle quali si è sempre dichiarata contraria.

La richiesta di costituzione delle parti civili

Le parti civili hanno presentato i richiesta di costituzione per una cinquantina di parenti di vittime cremate a Biella rispetto alle seicento famiglie che inizialmente si erano rivolte al Codacons e avevano chiesto di poter accedere al processo. Come ha spiegato uno dei legali del Codacons, avvocato Alessandra Guarini (nella foto in primo piano), “abbiamo presentato richiesta solo per quei casi di cremazione inseriti nel lasso temporale inquadrato dalla Procura per i casi contestati nel capo d’imputazione”. Il giudice Ferretti si è riservato e si è ritirato per decidere. In udienza si è costituito parte civile anche il Comune di Biella con il professor Scaparone di Torino. Degli altri tredici casi inquadrati dal Procuratore tra le eventuali parti offese, si sono costituiti solo in due. Sono entrambi familiari di vittime cremate a Biella che non hanno accettato come le altre parti le proposte di risarcimento avanzate dai legali degli imputati, Alessandro e Marco Ravetti, ai vertici della Socrebi, la società che gestiva il forno crematorio al momento dello scandalo delle cremazioni multiple.

V.Ca.

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