BIELLA - Quello che li fa più arrabbiare, è la mancanza di dialogo e confronto, il sentirsi esclusi da decisioni che li riguardano. Per forza. Perché il carcere lo fanno andare avanti loro, i poliziotti penitenziari. E sono loro che, soprattutto, rischiano più di tutti. L’altroieri i rappresentanti sindacali della Polizia penitenziaria, hanno protestato sostanzialmente per questo. Si sentono allo sbando e chiedono a gran voce la sostituzione della direttrice e del loro comandante. Così, martedì mattina, davanti al carcere di viale dei Tigli - con la Polizia municipale e gli agenti della Digos a controllare i colleghi a debita distanza, discreti, durante il via vai dei parenti dei reclusi con l’appuntamento in parlatorio - hanno organizzato un sit-in di protesta con campanacci, trombette, fischietti e cori da stadio continui: una nenia senza senso, assordante, pur di farsi sentire.
Valter Caneparo
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BIELLA - Quello che li fa più arrabbiare, è la mancanza di dialogo e confronto, il sentirsi esclusi da decisioni che li riguardano. Per forza. Perché il carcere lo fanno andare avanti loro, i poliziotti penitenziari. E sono loro che, soprattutto, rischiano più di tutti. L’altroieri i rappresentanti sindacali della Polizia penitenziaria, hanno protestato sostanzialmente per questo. Si sentono allo sbando e chiedono a gran voce la sostituzione della direttrice e del loro comandante. Così, martedì mattina, davanti al carcere di viale dei Tigli - con la Polizia municipale e gli agenti della Digos a controllare i colleghi a debita distanza, discreti, durante il via vai dei parenti dei reclusi con l’appuntamento in parlatorio - hanno organizzato un sit-in di protesta con campanacci, trombette, fischietti e cori da stadio continui: una nenia senza senso, assordante, pur di farsi sentire.