Elezioni Biella, Cavicchioli: "Continuità e investimenti in centro"
Marco Cavicchioli cerca la riconferma dopo cinque anni di legislatura e chiede nuovamente la fiducia ai propri cittadini.
Elezioni Biella, Cavicchioli: "Continuità e investimenti in centro".
Cavicchioli cerca la riconferma
E’ il sindaco uscente della città e a suo supporto ha quattro liste, tra cui quella del Partito Democratico, forza politica di riferimento. Marco Cavicchioli cerca la riconferma dopo cinque anni di legislatura e chiede nuovamente la fiducia ai propri cittadini.
Cavicchioli, perché dovrebbero rivotarla?
«Innanzitutto tengo a dire che fare il sindaco della città è una esperienza bellissima anche se impegnativa. Abbiamo governato per questi cinque anni, andando a progettare il futuro della nostra Biella. Mi piacerebbe raccogliere i frutti di queste scelte e portare a termine i progetti. Sono conscio che cinque anni per un mandato non sono sufficienti per portare a compimento tutte le iniziative messe in cantiere».
A quali progetti si riferisce?
«Innanzitutto a quelli legati al rilancio delle periferie, dal Villaggio La Marmora a Riva e Chiavazza. Molti lavori sono stati già completati, altri sono in corso altri invece devono ancora partire. Cito anche il raddoppio del dormitorio, i cui lavori sono a buon punto e che vorrei vedere concluso da sindaco. E poi ci sono gli otto milioni che ci siamo aggiudicati con il Pos-Fer, che serviranno per il nuovo arredo urbano e per rinnovare il centro della città».
Già, il centro. In questi anni il baricentro della città è scivolato verso sud, prima con gli Orsi, poi con il trasferimento dell’ospedale. Pensate sia sufficiente un intervento di abbellimento del centro storico per invertire questa tendenza?
«Un luogo più bello è frequentato con maggiore piacere dalla gente. Il Comune deve muoversi in questa direzione per far diventare attrattiva una zona della città. Credo che se aumenterà il flusso di persone che frequenta l’area di via Italia, anche gli investitori saranno portati a puntare su questa».
Biella vive un fenomeno di spopolamento progressivo. Molti suoi avversari guardano a Milano per essere più attrattivi. Qual è il suo pensiero in merito?
«Tengo a precisare, e basta leggere le interviste dell’epoca, che cinque anni fa fui il primo, nel mio programma a dire che era fondamentale diventare attrattivi per favorire la residenzialità. Per questo abbiamo lavorato in gruppo, con le altre realtà territoriali, per garantire un collegamento ferroviario veloce a Biella. E’ notizia di questi giorni il via libera ai fondi per l’elettrificazione della Biella-Santhià. Un grande risultato che ci consentirà di avvicinarci alle città più grandi con minori tempi di percorrenza. A Biella si vive bene, l’ambiente è sano e la città offre tanti servizi. Partendo da questi presupposti si può diventare attrattivi verso l'esterno e segnatamente verso le aree metropolitane di Milano e Torino».
E sulla Biella-Novara?
«L’intenzione non è quella di fermarsi alla Biella-Santhià. Continueremo a lavorare in gruppo per raggiungere anche questo obiettivo che è territoriale. Anche se i pendolari che partono da Biella preferiscono andare a Santhià per raggiungere Milano».
Sempre sul capitolo trasporti, passiamo a quelli locali. Con Atap avete in mente delle trasformazioni del servizio?
«Partiamo dalle cose che potranno partire già da settembre. Abbiamo parlato con la Regione e ottenuto un finanziamento per il raddoppio dell’anello urbano. Questo consentirà di abbassare i tempi di percorrenza di una linea che funziona. I dati ci dicono che in due anni i biglietti staccati sono raddoppiati».
E poi?
«Sfruttare maggiormente le nuove tecnologie. Penso a una sorta di servizio “a chiamata” che sfrutti l’utilizzo di mezzi più piccoli e percorsi studiati per le esigenze degli utenti. Prendo ad esempio la funicolare. Da quando è sempre attiva, con corse continue, gli utenti hanno iniziato ad utilizzarla con frequenza. Nel periodo del bus sostitutivo, con passaggi ogni 20 minuti, invece, abbiamo assistito ad un calo drastico. Credo quindi che il vecchio modo di pensare, con passaggi dei bus ogni tre quarti d’ora non funzioni più e si debba avere il coraggio di cambiare».
Ha toccato il tema della funicolare che ha avuto indubbiamente diversi problemi. Rifarebbe quella scelta?
«Assolutamente sì. Premetto che i problemi tecnici non sono imputabili al Comune ma all’impresa che ha realizzato i lavori e che ora sta operando per sistemare definitivamente l’impianto. La gratuità del servizio è stata una scelta politica che rivendico. E a parlare sono i numeri. Tre nuove attività al Piazzo, dopo anni in cui le saracinesche si abbassavano senza riaprire. E tanta gente in più che ora frequenta e vive il quartiere. Certo, ci sono dei problemi, come quello del rumore, ma verranno risolti».
Capitolo giovani. Lei ha deciso di non firmare più l’ordinanza sugli orari di chiusura dei locali. Come mai?
«Cinque anni fa, quando fui eletto, il problema maggiore che animava il dibattito era era quello della movida in Riva. Abbiamo dato un segnale, grazie al supporto della polizia municipale, abbiamo parlato con i giovani e con i gestori dei locali. E il problema è stato risolto, senza nessuna repressione. La decisione di non firmare l’ordinanza va proprio in questo senso, grazie al costruttivo rapporto che si è creato con i gestori dei locali notturni. Si agirà tutelando loro e gli abitanti dei quartieri, attraverso una apposita figura che abbiamo ribattezzato “il sindaco della notte” che si occuperà di continuo del rapporto con le parti e di contemperare le esigenze di tutti, come avvenuto con successo durante questi anni».
La sua campagna elettorale è caratterizzata dal motto “Biella città aperta”. Ci può spiegare come nasce?
«Diciamo che può essere vista come una risposta alle politiche leghiste. Noi vogliamo una città che sia viva, che sia aperta alle realtà del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione, dei giovani. Non una città vittima della paura. Per questo il nostro motto».
In questi cinque anni i finanziamenti ai Comuni sono diminuiti in modo sostanziale, voi rivendicate comunque il mantenimento dei servizi e l’attenzione al sociale, mai calata.
«Non sono certo stati anni semplici, abbiamo dovuto effettuare dolorosi tagli di spesa, ma siamo riusciti a mantenere invariati i servizi, diminuendo anche di un 15%-20% la pressione fiscale, aspetto dovuto all’eliminazione dell’Imu sulla prima casa e alla revisione del piano finanziario sulla raccolta rifiuti. Inoltre abbiamo ridotto da 50 a 38 milioni di euro l’indebitamento, in linea con quanto avvenuto nei precedenti mandati amministrativi».
Che ruolo può avere Città studi nel futuro di Biella?
«Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento, in cui Città studi può inserirsi benissimo. Sappiamo che nei prossimi anni ci sarà bisogno di tante persone specializzate, soprattutto per il settore del tessile. Bene, Città studi può essere il punto di riferimento per la formazione».
A Biella sono molti gli insediamenti industriali dismessi, molti anche nelle vicinanze del centro. Cosa può fare il Comune, non essendo proprietario, per promuoverne il recupero?
«Andare incontro alle esigenze dei privati, derogando quando necessario al piano regolatore. E penso in questi anni all’operazione del supermercato in via Ivrea, operazione che il consiglio comunale ha votato in deroga al piano regolatore stesso. Abbiamo grande attenzione nei confronti di chi investe sul territorio e ci muoveremo sempre in questa direzione, nei limiti previsti dalla legge, naturalmente».
Sindaco Cavicchioli, perché gli elettori dovrebbero rivotarla?
«Innanzitutto per dare continuità a quanto fatto in questi cinque anni. E poi perché ho una squadra seria e coesa che lavora con me da cinque anni, un gruppo consiliare fatto di persone molto unite tra loro e dedite al bene della Città. Durante il mio mandato non si è assistito alle liti che avevano caratterizzato la legislatura precedente con rimpasti di giunta, mancanza del numero legale e altro. Abbiamo dedicato il nostro tempo al bene di Biella anziché a litigare per interessi di corrente e in politica non è poco».
Enzo Panelli