Vuoti a perdere: le rovine raccontano

A Città Studi la mostra ‘Vuoti a perdere’: nelle foto di Riccardo Poma, il fascino oscuro dei luoghi abbandonati. E la storia del Biellese che cambia.

Vuoti a perdere: le rovine raccontano
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Gli enormi saloni vuoti delle vecchie fabbriche, discoteche sfasciate, cascine diroccate, giardini dove la natura ha ripreso il sopravvento, vecchi furgoni che occhieggiano tra le erbacce, ciminiere crollate, antiche cantine in disuso, caserme dimenticate, e il 'mondo antico' dell’ex manicomio di Vercelli.
Sono le immagini della mostra, inaugurata giovedì scorso nella biblioteca di Città Studi, dal titolo ‘Vuoti a perdere: geometrie dell’abbandono’, in cui Riccardo Poma - fotografo e videomaker cossatese, laureato al DAMS di Torino - racconta luoghi ormai in rovina, nel Biellese e dintorni, immergendoci in un mondo ‘altro’: un passato magari recente, che però ci appare lontano anni luce, perché legato a una storia, una società, una cultura molto diversa da quella odierna.

• Riccardo Poma insieme a Walter Ruffatto, curatore dell’iniziativa ‘Crossing Art & Books’
• Riccardo Poma insieme a Walter Ruffatto, curatore dell’iniziativa ‘Crossing Art & Books’

Un lavoro 'archeologico'

Quello di Riccardo Poma è infatti uno sguardo attento ma disincantato, che racconta – senza rimpianti e senza mitizzazioni – le storie che si celano dietro ognuno di questi luoghi: abbandonati perché è venuta meno la ragione della loro esistenza, e che proprio per questo necessitano di essere capiti e spiegati: “Per entrare nei siti – racconta ancora l’autore – vengo a contatto con i proprietari, che spesso mi accompagnano e mi raccontano storie, e io cerco di trasmetterle, con le mie foto e i miei testi. Soprattutto sono attratto dalle geometrie degli spazi, dalle prospettive che consentono di dare un’idea delle dimensioni, da particolari e dettagli che, a saperli leggere, rivelano la vita che in quei luoghi è passata”. Un lavoro ‘archeologico’, tra ricerca storica ed estetica, che per un attimo illumina i resti di un passato glorioso, riportandolo alla vita, raccontandoci le trasformazioni che hanno investito il nostro territorio. Ogni mattone ha una storia da narrare e il fotografo riesce a restituirgli la parola attraverso le sue immagini, regalando allo spettatore una nuova consapevolezza, una sensibilità che gli consente di guardare il paesaggio, anche quello urbano, con occhi diversi.

• il libro ‘Vuoti a perdere: le geometrie dell’abbandono’, di Riccardo Poma, prefazione di Giovanna Boglietti, Botalla editore 2018
• il libro ‘Vuoti a perdere: le geometrie dell’abbandono’, di Riccardo Poma, prefazione di Giovanna Boglietti, Botalla editore 2018

Una mostra e un libro

Così la passione per i luoghi abbandonati, iniziata quasi per caso, è diventata una sorta di ‘cifra artistica’ del suo lavoro: dopo la prima mostra a Cossato nel 2014, Riccardo Poma è stato il primo ad esporre i suoi lavori nella biblioteca di Città Studi, inaugurando la fortunata iniziativa ‘Crossing Art & Books’. Poi c’è stato un libro - oggi quasi esaurito ma ancora reperibile presso alcune librerie – e oggi il ritorno a Città Studi dove, fino al 6 aprile, ripropone una selezione dei suoi ultimi lavori, come sempre accompagnati da una interessante selezione di testi per approfondire l’argomento.

Alla ricerca di luoghi da raccontare

L'inaugurazione della mostra Vuoti a perdere, a Città Studi fino al 6 aprile
L'inaugurazione della mostra Vuoti a perdere, a Città Studi fino al 6 aprile

Guardando avanti, tra i luoghi che Riccardo Poma vorrebbe aggiungere alla sua ricca collezione, ci sono i luoghi ‘inaccessibili’, come l’ex ospedale di Biella: “Mi affascina, perché c’è dietro tutta una storia da raccontare…. Ma non riesco ad entrarci, perché devono mandare una persona per accompagnarti… Ci entrano tutti, dentro c’è gente che dorme, ci trovi writers, ragazzini in skateboard, fotografi… ma io non voglio entrare abusivamente, vorrei avere un regolare permesso per fare un lavoro fatto bene. Dopo molti tentativi, ero appena riuscito a parlare direttamente con Bonelli e poi…”.
Infine ci sono i ‘sogni nel cassetto’: “Ora sono alla ricerca di luoghi nuovi, ambienti diversi. Ad esempio mi piacerebbe molto fotografare la vecchia stazione dell’anticima del Mucrone, quella che si vorrebbe abbattere. Anche questo è un luogo che racconta tutto un mondo, un’epoca, un passato recente ma ormai lontano…”. E chissà che questo progetto non diventi presto realtà.

- Fino al 6 aprile 2019
Biblioteca di Città Studi, Corso Giuseppe Pella 2, Biella
‘Vuoti a perdere: le geometrie dell’abbandono’, mostra fotografica di Riccardo Poma

Simona Perolo

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