La senatrice Elena Ferrara a Biella: «Le vittime possono “oscurare” i bulli»

La senatrice Elena Ferrara a Biella: «Le vittime possono “oscurare” i bulli»
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BIELLA -  Segnalazione e rimozione, ammonimento, educazione continua nelle scuole. Sono questi gli strumenti, alcuni nuovi altri già rodati, che la nuova legge contro il cyberbullismo, la 71 del 2017 entrata in vigore a giugno, fornisce ai giovani, alle famiglie e agli educatori per contrastare il fenomeno. 
La prima firmataria di questa legge è la senatrice Elena Ferrara, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura e Istruzione, che è stata insegnante di musica della giovane novarese Carolina Picchio, morta suicida nel 2013, vittima dei bulli. Ferrara sarà a Biella, oggi, tra i relatori del convegno “Cyberbullismo. I minori e i rischi della Rete”, che si svolgerà a Città Studi. Con lei, tra i relatori, sarà presente Paolo Picchio, padre di Carolina, con cui Elena Ferrara ha condotto la lotta al bullismo in Rete sfociata nella legge 71 di quest’anno, per la quale la Presidente della Camera, Laura Boldrini, aveva auspicato un’approvazione in tempi stretti (in foto, il loro incontro).
“Eco di Biella” l’ha contattata per capire quali novità sono introdotte dalla legge.
Senatrice Ferrara, la particolarità di questo provvedimento è che pone gli adolescenti in prima linea, cioè dà in primis a loro degli strumenti per muoversi concretamente contro questo fenomeno, è vero?
«È così. Ciascun minore con più di 14 anni, genitore o chi esercita la responsabilità sul minore, può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato del minore vittima di cyberbullismo. Qualora, entro le ventiquattro ore successive la segnalazione, non vi sia stata alcuna comunicazione da parte del responsabile ed entro le quarantotto ore non abbia provveduto o non sia possibile individuare il gestore del sito internet o del social, l’interessato può fare istanza al Garante per la protezione dei dati personali, che provvede, entro quarantotto ore, alla rimozione dei contenuti. 
Si tratta di una legge sanzionatoria ma è rivolta all’attenzione verso l’età evolutiva, alla crescita e ai buoni stili di vita, nella consapevolezza di una nuova “cittadinanza digitale” che, ne siamo consapevoli, si sta facendo noi per primi, che non siamo nativi digitali. Ovviamente, a maggior ragione, l’aspetto educativo riguarda l’età evolutiva e, in secondo luogo, il fatto che gli adolescenti non abbiano vissuto un’esperienza sulla quale formarsi. Le legge parte, così, da loro, per responsabilizzarli e dare loro degli strumenti educativi, così come diritti e doveri». 
Giovanna Boglietti

Leggi tutta l'intervista sull'Eco di Biella in edicola

BIELLA -  Segnalazione e rimozione, ammonimento, educazione continua nelle scuole. Sono questi gli strumenti, alcuni nuovi altri già rodati, che la nuova legge contro il cyberbullismo, la 71 del 2017 entrata in vigore a giugno, fornisce ai giovani, alle famiglie e agli educatori per contrastare il fenomeno. 
La prima firmataria di questa legge è la senatrice Elena Ferrara, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Cultura e Istruzione, che è stata insegnante di musica della giovane novarese Carolina Picchio, morta suicida nel 2013, vittima dei bulli. Ferrara sarà a Biella, oggi, tra i relatori del convegno “Cyberbullismo. I minori e i rischi della Rete”, che si svolgerà a Città Studi. Con lei, tra i relatori, sarà presente Paolo Picchio, padre di Carolina, con cui Elena Ferrara ha condotto la lotta al bullismo in Rete sfociata nella legge 71 di quest’anno, per la quale la Presidente della Camera, Laura Boldrini, aveva auspicato un’approvazione in tempi stretti (in foto, il loro incontro).
“Eco di Biella” l’ha contattata per capire quali novità sono introdotte dalla legge.
Senatrice Ferrara, la particolarità di questo provvedimento è che pone gli adolescenti in prima linea, cioè dà in primis a loro degli strumenti per muoversi concretamente contro questo fenomeno, è vero?
«È così. Ciascun minore con più di 14 anni, genitore o chi esercita la responsabilità sul minore, può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato del minore vittima di cyberbullismo. Qualora, entro le ventiquattro ore successive la segnalazione, non vi sia stata alcuna comunicazione da parte del responsabile ed entro le quarantotto ore non abbia provveduto o non sia possibile individuare il gestore del sito internet o del social, l’interessato può fare istanza al Garante per la protezione dei dati personali, che provvede, entro quarantotto ore, alla rimozione dei contenuti. 
Si tratta di una legge sanzionatoria ma è rivolta all’attenzione verso l’età evolutiva, alla crescita e ai buoni stili di vita, nella consapevolezza di una nuova “cittadinanza digitale” che, ne siamo consapevoli, si sta facendo noi per primi, che non siamo nativi digitali. Ovviamente, a maggior ragione, l’aspetto educativo riguarda l’età evolutiva e, in secondo luogo, il fatto che gli adolescenti non abbiano vissuto un’esperienza sulla quale formarsi. Le legge parte, così, da loro, per responsabilizzarli e dare loro degli strumenti educativi, così come diritti e doveri». 
Giovanna Boglietti

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