Da richiedenti asilo a prostitute sulla Trossi: si indaga

Da richiedenti asilo a prostitute sulla Trossi: si indaga
Pubblicato:
Aggiornato:

Potrebbero essere delle richiedenti asilo ospiti di qualche centro per migranti del Biellese, cinque delle sei ragazze nigeriane fermate e identificate nei giorni scorsi dalla polizia lungo le stradine che si dipartono dalla Trossi e si perdono in mezzo alle risaie tra Massazza e il Crocicchio di Carisio. Sono tutte nigeriane. Non arrivano con il treno oppure con l’autostradale. Non vengono portate nei luoghi di lavoro da qualche cliente compiacente. E neppure ci arrivano a piedi. Risiedono nel Biellese. Ed è una novità. La polizia mantiene sulla notizia il più stretto riserbo.

 

Attraverso la portavoce della Questura, commissario capo Rossana Inbimbo, viene spiegato che si stanno facendo accertamenti, che è ancora tutto in itinere, che potrebbe esserci uno sbaglio. La notizia dei controlli non viene nascosta e conferma che - caso più unico che raro - la polizia ha varcato i confini della città per dedicare la sua attenzione anche al territorio. Di iniziativa, oppure in concerto con i carabinieri. Il questore, Nicola Alfredo Parisi, dopotutto, lo aveva annunciato. I reati sono calati in modo vertiginoso in città grazie ai controlli più serrati? Bene, tali  controlli verranno estesi anche a tutta la provincia.

Solo una delle  nigeriane fermate proveniva a suo dire dal Torinese. Non aveva documenti, verrà espulsa. Ha preferito tenere la bocca chiusa e non denunciare i suoi aguzzini. Ha 24 anni ed è stata portata al “Cpr” (Centri permanenti per il rimpatrio) di Roma per essere identificata e riportata nella sua terra d’origine. E’ una delle centinaia di ragazze nigeriane che ogni anno varcano in qualche modo i confini nazionali, a cui viene promesso un futuro fatto di lavoro e di felicità e che invece vengono sbattute per le strade a prostituirsi non appena se ne presenta l’occasione.

V.Ca.

Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola

Potrebbero essere delle richiedenti asilo ospiti di qualche centro per migranti del Biellese, cinque delle sei ragazze nigeriane fermate e identificate nei giorni scorsi dalla polizia lungo le stradine che si dipartono dalla Trossi e si perdono in mezzo alle risaie tra Massazza e il Crocicchio di Carisio. Sono tutte nigeriane. Non arrivano con il treno oppure con l’autostradale. Non vengono portate nei luoghi di lavoro da qualche cliente compiacente. E neppure ci arrivano a piedi. Risiedono nel Biellese. Ed è una novità. La polizia mantiene sulla notizia il più stretto riserbo.

 

Attraverso la portavoce della Questura, commissario capo Rossana Inbimbo, viene spiegato che si stanno facendo accertamenti, che è ancora tutto in itinere, che potrebbe esserci uno sbaglio. La notizia dei controlli non viene nascosta e conferma che - caso più unico che raro - la polizia ha varcato i confini della città per dedicare la sua attenzione anche al territorio. Di iniziativa, oppure in concerto con i carabinieri. Il questore, Nicola Alfredo Parisi, dopotutto, lo aveva annunciato. I reati sono calati in modo vertiginoso in città grazie ai controlli più serrati? Bene, tali  controlli verranno estesi anche a tutta la provincia.

Solo una delle  nigeriane fermate proveniva a suo dire dal Torinese. Non aveva documenti, verrà espulsa. Ha preferito tenere la bocca chiusa e non denunciare i suoi aguzzini. Ha 24 anni ed è stata portata al “Cpr” (Centri permanenti per il rimpatrio) di Roma per essere identificata e riportata nella sua terra d’origine. E’ una delle centinaia di ragazze nigeriane che ogni anno varcano in qualche modo i confini nazionali, a cui viene promesso un futuro fatto di lavoro e di felicità e che invece vengono sbattute per le strade a prostituirsi non appena se ne presenta l’occasione.

V.Ca.

Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola

Seguici sui nostri canali