2009, impegno globale per crescere

Pubblicato:
Aggiornato:

2009, impegno
globale per crescere
Il Gruppo Ieb si fa in tre e punta
a 3 milioni di euro di fatturato

(01 gen) Il 2008 poteva essere un anno di svolta per il Biellese: creatività incentivata da Torino capitale mondiale del design,  decollo del “made in”, comparto tessile pesantemente ristrutturato ma riattrezzato ad affrontare la competizione globale, più lavoro grazie ad operazioni di diversificazione. A fine 2007 suggerivamo uno scenario di ottimismo che i fatti, purtroppo, ci hanno negato. Ma non del tutto.

 

2009, impegno
globale per crescere


Il Gruppo Ieb si fa in tre e punta a 3 milioni di euro di fatturato

Il 2008 poteva essere un anno di svolta per il Biellese: creatività incentivata da Torino capitale mondiale del design,  decollo del “made in”, comparto tessile pesantemente ristrutturato ma riattrezzato ad affrontare la competizione globale, più lavoro grazie ad operazioni di diversificazione. A fine 2007 suggerivamo uno scenario di ottimismo che i fatti, purtroppo, ci hanno negato. Ma non del tutto.
Proprio per questo ci fa piacere pensare e comunicare ai nostri lettori - anche con una certa enfasi, ma questo fa parte dei meccanismi della contemporaneità - che per Eco di Biella e il Gruppo Ieb di riferimento il 2008 è stato l’anno nel quale abbiamo costruito, grazie alla lungimiranza di un Editore illuminato, le premesse per la nostra crescita. Da giovedì 1 gennaio 2009, infatti, il Gruppo Ieb si fa in tre con Eco di Biella e il suo sito rinnovato, IEBcomunicazione e Publieco, puntando ad un fatturato di oltre 3 milioni di euro. Non solo un fatto di casa, dunque, ma un caso aziendale che abbiamo deciso di raccontare nei dettagli, senza supponenza.
Tornando al Biellese, contesto nel quale anche il Gruppo Ieb opera mirando ad allargare la propria attività oltre quei confini, bisogna dire che gli scenari  economici, non sono rosei: il distretto perde appeal per la cronica mancanza di infrastrutture che rende nuovi insediamenti industriali e residenziali poco appetibili nonostante la qualità della manodopera e i prezzi stracciati degli immobili. L’export del distretto, che aveva segnato il passo nel 2007, si è tuttavia assestato nei primi nove mesi 2008 ad un +1,2% non disprezzabile. E questo fa il paio con quanto dice il sottosegretario al commercio estero Urso quando afferma che «l’export è l’unico raggio di luce nella tempesta finanziaria» e ribadisce che «il made in Italy resta la nostra arma vincente». E lo sarà se, aggiungiamo noi, verranno messe in atto politiche che consentiranno di garantire la sopravvivenza  del manifatturiero del quale il Biellese vuole continuare ad essere una delle punte di diamante.
Ma dopo settembre, e mentre tutta una serie di iniziative si agitavano,  il crack Lehman Brothers e l’esplosione annunciata della bolla finanziaria, ha cambiato tutto. E, per stare agli affari di casa nostra, molte aziende hanno finito per gettare la spugna (dalla Cartiera di Crevacuore alla  Superjet, per citare le ultime), mentre la Fiat, che proprio un anno fa aveva deciso di puntare su Verrone, grazie anche ai sostegni regionali, ha allungato i propri tempi peraltro confermando l’investimento, e il tessile di qualità, che aveva superato la buriana del 2001  e stava tornando ad alzare la testa, è stato colpito dall’ondata recessiva che ha messo ko i consumi. 
Gli aiuti di stato e i contratti d’insediamento messi in campo dalla Regione potranno ancora costituire nel 2009 per il distretto vantaggi competitivi non indifferenti se localmente si attiveranno azioni utili ad attrarre imprese, risorse ed investitori, creando cioè lavoro.
Il 2008 ha portato anche il centro commerciale “Gli Orsi” ed ha completato sostanzialmente il cantiere del nuovo ospedale. Si tratta di  due grandi occasioni di sviluppo: accanto alla prima c’è la scommessa Palacoop ancora tutta da scoprire nonostante l’imminente apertura; contestuale alla seconda c’è la sfida di una  sanità di eccellenza da costruire.
Infine, il 2009 sarà l’anno del rinnovo di quasi tutte le amministrazioni pubbliche locali. Non ci possiamo permettere sei mesi di vacanza, in attesa che la classe dirigente frutto del voto popolare eserciti il proprio mandato. Ci possiamo invece permettere di ragionare di futuro. E questo Eco di Biella farà con l’impegno di sollecitare intelligenze creative e stuzzicare i contendenti.
Roberto Azzoni

01 gennaio 2009

Seguici sui nostri canali