La “terra dei rifiuti” in un documentario
La “terra dei rifiuti” in un documentario Sei mesi di riprese nelle discariche tra basso Biellese, Vercellese e Canavese. Presto in tv |
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(29 gen) «Quello che potrebbe essere un paradiso naturale si sta rapidamente trasformando in uno dei territori più devastati d’Italia». In questo modo il Movimento Valledora definisce la terra di confine che dal basso Biellese si unisce con Vercellese e Canavese. Una terra ricca di discariche gigantesche, depositi di scorie nucleari, centrali a carbone, acque inquinate, cementificazione selvaggia, cave incontrollate. Una terra sulla quale è stata scattata la fotografia impietosa del documentario che il movimento ambientalista ha prodotto di tasca propria. |
La “terra dei rifiuti” in un documentario |
«Quello che potrebbe essere un paradiso naturale si sta rapidamente trasformando in uno dei territori più devastati d’Italia». In questo modo il Movimento Valledora definisce la terra di confine che dal basso Biellese si unisce con Vercellese e Canavese. Una terra ricca di discariche gigantesche, depositi di scorie nucleari, centrali a carbone, acque inquinate, cementificazione selvaggia, cave incontrollate. Una terra sulla quale è stata scattata la fotografia impietosa del documentario che il movimento ambientalista ha prodotto di tasca propria. “Viaggio nella terra del rifiuto” il cui trailer è visibile su youtube (cercando con la parola Valledora) e sul nuovo sito www.movimentovalledora.org, è il lavoro del giovane e pluripremiato regista Matteo Bellizzi. Fra poco meno di un mese, al trailer si sostituirà il documentario completo di 55 minuti che verrà proiettato nei comuni. Ma non solo. Perché il Movimento sta lavorando per promuoverlo a livello televisivo. Si tratta del primo esperimento del genere in Italia. Questa è un’opera professionale (una piccola troupe ha girato il materiale), proiettabile al cinema e che, non a caso, verrà iscritta ai maggiori concorsi di cinema ambiente in Italia e all’estero. «Abbiamo tirato fuori dei soldi di tasca nostra – dice Anna Andorno del Movimento Valledora – e con i proventi dei mercatini. Il Movimento Valledora doveva esserne l’unico produttore, attraverso una strategia rigorosa per non dipendere da nessun sponsor, istituzionale e non. Infatti, non a caso sono state numerose le offerte di sponsorizzazione, in buona fede, da parte di alcuni soggetti, ma per ora la scelta è stata quella di essere assolutamente indipendenti. Contemporaneamente al documentario, abbiamo deciso di presentare anche il nuovo sito del movimento perché diventi emittente e contenitore di testimonianze, fotografie, proposte. Il lavoro per la realizzazione del documentario è iniziato circa sei mesi fa, con interviste, riprese di territorio, storie documentate. Ma non si pensi ad una puntata stile Report. Il documentario lascia parlare le immagini e le testimonianze di privati cittadini, pur includendo dati tecnici molto precisi». La metodologia operativa del Movimento Valledora che unisce comitati ambientalisti di Biella, Vercelli, Torino, è sicuramente emblematica a livello nazionale. Prima di pensare e produrre il documentario sul territorio, gli attivisti avevano già raggiunto risultati incoraggianti con i cosiddetti tour delle discariche. «La popolazione ormai sembra sfiancata e delusa dalle amministrazioni – continua Anna Andorno – che dimostrano totale indifferenza verso i gravissimi pericoli ambientali e per la salute di tutti. Per incoraggiare le persone, informarle e renderle partecipi abbiamo bisogno di nuovi mezzi di comunicazione. Come il sito e il documentario. Ma anche come i tour delle discariche che organizziamo e che continuano con successo cominciando a portare anche le scuole nei luoghi devastati, per spiegare ai ragazzi come non si deve fare». Aveva annunciato battaglia contro gli abusi sul territorio il Movimento Valledora e continua a fare sul serio. Potrebbero passare ormai soltanto pochi mesi prima di vedere questo territorio sulle televisioni di tutta Italia, con le sue contraddizioni, le sue brutture e i volti degli abitanti che ne raccontano le sorti passate e presenti. Elisa Pescina 28 gennaio 2009 |