«Emerge una situazione di estrema urgenza che rischia di far lievitare notevolmente il numero dei lavoratori espulsi dal settore produttivo della nostra Provincia. Tra lavoratori già in mobilità e lavoratori dichiarati in esubero si arriva a quasi 4000 persone».
Con questa forte sottolineatura è stato approvato in serata all’unanimità un documento scaturito dai componenti del Tavolo anticrisi, presieduto dal Presidente della Provincia Sergio Scaramal, che si sono riuniti per la seconda volta nella sala Becchia della Provincia di Biella.
Alla riunione erano presenti rappresentanti della Prefettura, del Consorzio dei Comuni, dell’Unione Industriale Biellese, della Confartigianato, della Cna, del collegio costruttori edili. Ed inoltre: Api, Ascom, Confesercenti, Cgil, Cisl, Uil, Coltivatori Diretti ed Associazione Contadini Biellesi, Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative.
Il documento verrà inviato al Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, alla Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, ai parlamentari locali Gilberto Pichetto e Roberto Simonetti, agli assessori regionali Teresa Migliasso e Andrea Bairati e ai consiglieri regionali Lorenzo Leardi e Wilmer Ronzani.
Dopo aver sottolineato le ragioni di una crisi (che parte dal 2001), accentuata dalla recente congiuntura economica internazionale, si evidenzia la preoccupante caduta della produzione industriale.
«Commercio, servizi, artigianato e costruzioni - si legge nel documento - comparti che sino ad oggi hanno saputo compensare il ridimensionamento della filiera industriale e avviare la progressiva terziarizzazione dell’economia locale, soffrono oggi la tendenziale e generalizzata riduzione dei consumi, con ulteriori ripercussioni sugli andamenti occupazionali».
Tutti d’accordo sulla parte delle richieste per consentire il traghettamento oltre la crisi economica in atto fino alla ripresa.
Si propone tra l’altro: rifinanziamento in modo adeguato della cassa integrazione in deroga, trasferimento alla Regione di parte dei fondi stanziati appunto per il finanziamento della cassa; maggior flessibilità nei criteri di valutazione dei piani di ristrutturazione e riorganizzazione, non soltanto in rapporto all’entità degli investimenti previsti, ma anche in relazione alla rilevanza degli investimenti stessi sull’attività dell’azienda interessata; riduzione della percentuale di richiesta di ricollocabili, prevista dalle disposizioni normative per la cassa integrazione straordinaria (sia in deroga sia per cessazione); consenso della rotazione del personale posto in cassa integrazione in deroga.
Altre proposte riguardano l’ampliamento della cassa integrazione (da 52 a 104 settimane in un triennio), l’abolizione dei massimali di cassa integrazione, la mobilità lunga per consentire agli ultracinquantenni di raggiungere l’accesso alla pensione, la riduzione dell’orario su base annua.
Un altro capitolo riguarda le politiche attive con l’attivazione di corsi di formazione con modalità di realizzazione meno vincolanti per numero di partecipanti e tempi di avvio.
Il documento nella sua parte centrale è dedicato al superamento della crisi: «Una parte rilevante delle imprese biellesi sta guardando al futuro orientandosi sull’innovazione, sulla conoscenza e sull’esplorazione di nuove opportunità: l’adesione di un numero rilevante di realtà industriali (oltre 60), non solo biellesi, al progetto regionale di polo per l’innovazione rappresenta efficacemente la propensione del sistema ad investire su strategie di riposizionamento competitivo, ad affrontare con nuovi strumenti e nuove soluzioni le sfide competitive. L’impegno assunto a livello locale, regionale e nazionale per il rafforzamento del sistema infrastrutturale biellese, così come il potenziamento del polo universitario biellese e la sua maggiore integrazione con la realtà produttiva locale, rappresentano, in prospettiva, fattori di competitività del territorio su cui occorre investire con convinzione».
Nel ribadire l’importanza di proseguire nell’attuazione di queste importanti strategie territoriali, istituzioni locali ed attori sociali sottolineano «come le difficoltà di questi mesi impongano di non vanificare gli investimenti realizzati e di salvaguardare nel breve periodo un sistema produttivo che, superate le difficoltà congiunturali, potrà continuare a rappresentare un fattore di crescita e di occupazione per l’economia regionale».
E’ considerata, infine, di estrema utilità l'attivazione di «agevolazioni per la realizzazione di progetti industriali innovativi (su diversi capitoli quali innovazione, risparmio energetico, internazionalizzazione, ecc.)ad alto impatto sul territorio anche da parte di aziende già insediate nella Regione: nei mesi scorsi ci sono stati segnali, che meriterebbero un riscontro, di aziende interessate ad investire nonostante il quadro difficile».
Soddisfatto il Presidente Scaramal: «I rappresentanti del territorio dimostrano la capacità di agire in modo costruttivo e condiviso. Abbiamo già concordato per un terzo incontro che sarà tutto dedicato ai problemi del credito».
16 febbraio 2009
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