Marco Capra, ragazzo d'oro negli States
Marco Capra ragazzo d'oro Il ventottenne occhieppese primo classificato nelle ciaspole agli Special Olympics, negli Usa |
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(19 feb) “Bentornato, Marco. Sei grande”. Così recita lo striscione preparato dai bambini e dalle maestre delle scuole di Occhieppo Inferiore per il loro campione. E lui, Marco Capra (nella foto), osserva soddisfatto quella scritta che campeggia sulla cancellata di casa e mostra con orgoglio la medaglia d’oro conquistata la settimana scorsa negli Stati Uniti: primo classificato nelle ciaspole, sulla distanza degli 800 metri, ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics dell’Idaho. |
Marco Capra |
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“Bentornato, Marco. Sei grande”. Così recita lo striscione preparato dai bambini e dalle maestre delle scuole di Occhieppo Inferiore per il loro campione. E lui, Marco Capra (nella foto con mamma e papà), osserva soddisfatto quella scritta che campeggia sulla cancellata di casa e mostra con orgoglio la medaglia d’oro conquistata la settimana scorsa negli Stati Uniti: primo classificato nelle ciaspole, sulla distanza degli 800 metri, ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics dell’Idaho. |
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A poco a poco sono arrivati gli altri sport, compresa l’arrampicata, e ora, tra una competizione e un allenamento, a casa non c’è quasi mai. Per trovarlo bisogna andare al Pralino oppure al Mompolino, dove si allena con Chanty, la sua cavalla che, come dice mamma Mariuccia, «ha un bel caratterino». Ad accompagnare Marco negli allenamenti e nelle gare c’è sempre papà Ezio. Assente, tuttavia, nella trasferta negli Usa della settimana scorsa (il giovane occhieppese è volato oltreoceano in compagnia del suo allenatore, Marco Marangone, e dei suoi compagni di squadra). «Abbiamo saputo che Marco aveva vinto l’oro seguendo le gare su internet - si lamenta la mamma -. Lui non ha nemmeno pensato di avvisarci. A telefonarci è stato il suo tecnico, pensi un po’...». «Avevo il cellulare scarico», prova a giustificarsi il campione, ma lo sguardo vivace con cui lo dice lascia intendere che, durante quel soggiorno, le sue priorità fossero altre. Non c’era tempo, negli States, per pensare a mamma e papà, rimasti a casa ad accudire i suoi due cani e cinque gatti. Non c’era tempo per pensare alla sorella Cristiana, di due anni più giovane di lui. Nell’Idaho, Marco, era con i suoi amici e le sue (tante) amiche, che lui chiama affettuosamente “sorelle”. Tutti insieme, a gareggiare e a divertirsi. E poi c’era sempre un pensiero per la bella Manuela («il mio amore», dice affettuosamente, mostrando una foto scattata con il telefonino), la ragazza che gli fa battere forte forte il cuore. Come il Milan, squadra di cui è super-tifoso («il mio giocatore preferito? Il portiere Dida. Ma mi piace molto anche Kakà»). 19 febbraio 2009 |
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