Brucia l'albergo di Stavello

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Distrutto dal fuoco
l'albergo di Stavello

Il gestore: «Inceneriti 15 anni della mia vita»
L'Oasi Zegna: «Non sappiamo se ricostruiremo»
 
 


(26 feb) Di quel caratteristico albergo in legno in mezzo al verde dell’Oasi Zegna, in località Stavello, lungo la strada che, tortuosa, raggiunge la stazione sciistica di Bielmonte, non è rimasto che un tizzone annerito. Il fuoco ha distrutto ogni cosa, ha raso al suolo seicento metri quadrati di edificio, ha consumato in poche ore i settant’anni di storia di quel caseggiato, tutto realizzato in legno, vera perla incastonata in mezzo all’immensità di quel verde. L’albergo ristorante Stavello non c’è più. Lunedì notte è stato distrutto da un incendio divampato per cause che ancora non si conoscono. I Vigili del fuoco e i carabinieri ci stanno ancora lavorando. Una tragedia per il proprietario, Marino Marone Aumet, di Trivero. Singhiozza al cellulare, lo stesso che ha utilizzato in tutti questi mesi per comunicare con clienti, fornitori e amici, dopo aver inutilmente tentato di far ripristinare la linea del telefono dell’albergo, interrotta in più punti da piante cadute e piccole frane: «In un attimo il fuoco ha cancellato quindici anni della mia vita - racconta, disponibile come sempre anche di fronte a una simile disgrazia -. Il valore affettivo che conteneva l’albergo era immenso.

 I PARTICOLARI SU ECO DI BIELLA DI OGGI 26 FEBBRAIO

 

 

Distrutto dal fuoco
l'albergo di Stavello

Il gestore: «Inceneriti 15 anni della mia vita»
L'Oasi Zegna: «Non sappiamo se ricostruiremo»



(26 feb) Di quel caratteristico albergo in legno in mezzo al verde dell’Oasi Zegna, in località Stavello, lungo la strada che, tortuosa, raggiunge la stazione sciistica di Bielmonte, non è rimasto che un tizzone annerito. Il fuoco ha distrutto ogni cosa, ha raso al suolo seicento metri quadrati di edificio, ha consumato in poche ore i settant’anni di storia di quel caseggiato, tutto realizzato in legno, vera perla incastonata in mezzo all’immensità di quel verde. L’albergo ristorante Stavello non c’è più. Lunedì notte è stato distrutto da un incendio divampato per cause che ancora non si conoscono. I Vigili del fuoco e i carabinieri ci stanno ancora lavorando.
Una tragedia per il proprietario, Marino Marone Aumet, di Trivero. Singhiozza al cellulare, lo stesso che ha utilizzato in tutti questi mesi per comunicare con clienti, fornitori e amici, dopo aver inutilmente tentato di far ripristinare la linea del telefono dell’albergo, interrotta in più punti da piante cadute e piccole frane: «In un attimo il fuoco ha cancellato quindici anni della mia vita - racconta, disponibile come sempre anche di fronte a una simile disgrazia -. Il valore affettivo che conteneva l’albergo era immenso. C’erano tutte le mie cose vecchie raccolte in quindici anni girando per l’Italia. Si sono salvati solamente tre vecchi ferri da stiro che avevo lucidato e messo fuori...». Era notte fonda quando è stato dato l’allarme. Da Biella, Cossato e Ponzone, sono partite tre autobotti seguite da un apposito mezzo dotato di ulteriori idranti. Quando le quattro squadre sono arrivate in località Stavello, il vecchio albergo in legno si stava consumando come un enorme fiammifero. Gli sforzi dei Vigili del fuoco, sono stati resi ulteriormente difficoltosi dagli enormi cumuli di neve tutt’intorno nonché dall’esiguo spazio a disposizione delle macchine che ha costretto gli uomini a pensare non solo all’estinzione dell’incendio, ma anche al raffreddamento degli automezzi che, a causa del forte irraggiamento termico provocato dal rogo, si sono ben presto surriscaldati. Complessa, inoltre, è stata anche l’azione di approvvigionamento idrico con le autobotti costrette a fare la spola con il Lanificio Ermenegildo Zegna di Trivero. Massimo Curtarello, l’amministratore che si occupa delle attività dell’Oasi Zegna, spiega: «La proprietà si riserva di decidere che fare, cioè se ricostruire o meno...».

26 febbraio 2009

 

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