Oropa, 60 anni dalla Peregrinatio Mariae

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Oropa, il rilancio
con la cultura
Inaugurato il salotto settecentesco

(4 mag) Sono stati in centocinquanta circa i fedeli che, domenica, hanno raggiunto a piedi il santuario di Oropa ricordando i sessant’anni dalla “Peregrinatio Mariae”. L’anniversario viene ricordato oggi, in seminario vescovile a Biella, con la presentazione di “Memorie della Madonna Pellegrina: immagini e ricordi a 60 anni dalla Peregrinatio Mariae”. A conferire particolare lustro alla tradizionale apertura dei cancelli di Oropa è stata l’apertura del salotto restaurato del Padiglione Reale (nella foto un particolare). Il salottino settecentesco è stato inaugurato in occasione della processione votiva insieme a una mostra originale che collega idealmente le radici cristiane  dell’Europa ai fondamenti dell’architettura di Gaudì per la Sagrada Familia di Barcellona.  

«Portate il cuore a Oropa»
L'invito del vescovo nel ricordo dei 60 anni dalla Peregrinatio Mariae

 
 

Sono stati in centocinquanta circa i fedeli che, domenica, hanno raggiunto a piedi il santuario di Oropa ricordando i sessant’anni dalla “Peregrinatio Mariae”. L’anniversario viene ricordato oggi, in seminario vescovile a Biella, con la presentazione di “Memorie della Madonna Pellegrina: immagini e ricordi a 60 anni dalla Peregrinatio Mariae”. A conferire particolare lustro alla tradizionale apertura dei cancelli di Oropa è stata l’apertura del salotto restaurato del Padiglione Reale. Il salottino settecentesco (nella foto) è stato inaugurato in occasione della processione votiva insieme a una mostra originale che collega idealmente le radici cristiane  dell’Europa ai fondamenti dell’architettura di Gaudì per la Sagrada Familia di Barcellona. Durante la processione e la messa solenne nella Basilica superiore è emerso l’invito rivolto a tutti i biellesi da parte del vescovo, Gabriele Mana, e del rettore del santuario, Michele Berchi, a portare il loro cuore a Oropa, non solo simbolicamente.  Dopo gli ingenti danni provocati al complesso dalle abbondanti nevicate, don Berchi ha sottolineato: «E’ come il dolore di una ferita vedere un tetto squarciato dalla neve, tante stanze chiuse perchè piove dentro, la celebrazione  fatta con i sacerdoti spostati davanti (e non nel coro) per ragioni di sicurezza, la strada  di collegamento con Biella sempre più disastrata…». Intanto il rilancio del santuario passa dalla cultura: proseguono, infatti, gli incontri del ciclo “Le vie della parola”.

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(4 maggio 2009)

 
                
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