Non ci sta a sentir dire che per gli anziani non autosufficienti non si è fatto nulla. Riconosce che il problema esiste, che il sistema va strutturalmente modificato ma, dati alla mano, vuole fare chiarezza, soprattutto verso tutti i familiari che, durante l’incontro con i responsabili delle case di riposo, hanno sollevato domande e dubbi. «Risposte - spiega il direttore generale dell’Asl Bi, Pier Oreste Brusori - che potevano essere date dagli stessi coordinamenti degli istituti. Li avevamo incontrati a inizio aprile e con loro avevamo analizzato la situazione, in attesa di definire le nuove strategie, legate principalmente alle cure domiciliari». Queste ultime rappresentano la frontiera da superare «perché - sottolinea ancora Brusori - è indubbio che l’anziano a casa vive meglio».
Ad infastidire il direttore dell’Asl ci sono stati alcuni passaggi a cui ora risponde snocciolando numeri. «Ho letto - dice - che a fronte dell’incremento degli anziani non autosufficienti la spesa dell’Asl si riduce. Niente di più falso. Nel 2006, tra i centri diurni e le strutture residenziali si spendevano poco più di dieci milioni di euro, lo scorso anno, siamo passati a 12,8. Incremento dovuto anche all’aumento dei posti letto in strutture in cui l’Asl finanzia la quota sanitaria. Nel 2006 erano 590, nel 2007 sono passati a 667, nel 2008 a 710, utilizzati da 730 persone».
Altre eccezioni erano state mosse attorno al fatto che Biella non garantisce il finanziamento al 2 per cento della popolazione anziana. «La Regione Piemonte - ribatte Brusori - ha fissato questa soglia da raggiungere entro il 2010. Oggi noi siamo all’1,85, Vercelli all’1,84, Novara all’1,45 e Verbania all’1,22. Abbiamo anche preparato un prospetto sulla spesa totale in favore delle persone anziane, che ammonta a qualcosa come 95 milioni e 971mila euro. Non mi pare dunque che sia poco. Se le raffrontiamo con la spesa per pagare la permanenza di tossicodipendenti e alcoldipendenti in comunità terapeutica ci rendiamo conto che questa incide per pochissimo. Spendiamo infatti 850mila euro. Per i detenuti la spesa sanitaria è invece sostanzialmente irrilevante rispetto a quella destinata agli anziani».
Fatte queste dovute precisazioni, il direttore dell’Asl traccia poi il quadro del panorama biellese: «Siamo di fronte a un fenomeno che non pare riscontrarsi con eguale intensità nella altre Asl piemontesi. Abbiamo una straordinaria dotazione di posti letto per anziani non autosufficienti, addirittura il quadruplo rispetto al torinese e il doppio rispetto alla media regionale. L’Asl e i consorzi socio assistenziali stanziano una quantità di fondi assai rilevante e finanziano in tal modo un numero di posti in casa di riposo anch’esso tra i più alti». Ma c’è un problema. «Molti anziani - precisa Brusori -, preoccupati per il proprio futuro, o forse non adeguatamente rassicurati, anche da parte dei servizi sanitari e sociali, rivolgono domanda per entrare in struttura a titolo cautelativo o precauzionale, tanto che ogni volta che si libera un posto per un finanziamento, si contattano le persone in testa alla lista ma, a meno che non siano già in struttura a proprie spese, se sono ancora a casa rinunciano all’inserimento. Questo malcostume gonfia le liste di attesa in modo esagerato. Siamo dunque di fronte a una tendenza che già oggi pone problemi gravi e di difficilissima soluzione e che rischia di peggiorare ulteriormente se non si pongono in atto interventi correttivi».
Dunque cos’ha in mente l’Asl. Brusori non ha dubbi. «Insieme ai consorzi socio-assistenziali creeremo una cabina di regia, gestita dall’unità di valutazione geriatrica. Verranno dunque indicate le vie, le cure domiciliari necessarie, gli assegni di cura da elargire e l’eventuale ingresso nelle case di riposo. Il tutto per andare incontro alle esigenze della famiglia. Entro il 15 giugno dovremo presentare il progetto in Regione. Progetto che sarà condiviso con Iris, Cissabo e con il Comune di Biella. L’attenzione nei confronti degli anziani non autosufficienti è massima». Brusori poi conclude: «Le liste d’attesa per essere valutati le abbiamo abbattute, ora lavoriamo per aiutare le famiglie».
Enzo Panelli
26 maggio 2009
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