La Lega di governo e la crisi del Pd

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La Lega di governo
e la crisi del Pd

Le sfide della politica dopo la svolta a destra di Cossato 

(24 giugno) Con la conquista di Cossato il centrodestra ha fatto filotto. Il crollo della roccaforte rossa dopo 63 anni di governo con i comunisti - soli, con i socialisti e socialdemocratici, infine del centrosinistra targato Margherita-Ds e infine Pd - fa il paio con quello storico di Prato, città tessile attanagliata dalla crisi e fortemente imbarazzata dal caso-cinesi. Qui i cinesi sono pochi, ma la crisi è forte e la stanchezza del solito tran tran privo di spinte propulsive e di “sogni” ha chiuso il cerchio. 

La Lega di governo
e il la crisi del Pd
Le sfide politiche dopo la svolta a destra di Cossato 

Con la conquista di Cossato il centrodestra ha fatto filotto. Il crollo della roccaforte rossa dopo 63 anni di governo con i comunisti - soli, con i socialisti e socialdemocratici, infine del centrosinistra targato Margherita-Ds e infine Pd - fa il paio con quello storico di Prato, città tessile attanagliata dalla crisi e fortemente imbarazzata dal caso-cinesi. Qui i cinesi sono pochi, ma la crisi è forte e la stanchezza del solito tran tran privo di spinte propulsive e di “sogni” ha chiuso il cerchio.
Era, però, sconfitta annunciata. Ci era andato vicino già nel 2004 Roberto Pella, sia pur vissuto come uno “straniero”. La differenza che ha fatto premio oggi è il vento leghista che spira forte su tutto il Nord per spingersi anche verso il centro  del Paese: Corradino è parso un volto rassicurante alla stragrande maggioranza dei cossatesi, portatore di novità.
Il “laburismo padano” di cui ha parlato ieri Marco Alfieri sul Sole24Ore spiega con la teoria  questa stagione nella quale la Lega Nord completa un percorso decollato nel 1992, quando a Biella l’avvento della Seconda Repubblica aveva consegnato un territorio operoso e pedemontano alla Lega delle origini, quella che ottenne il 23% dei consensi ed elesse due quasi sconosciuti al Parlamento: Stefano Ajmone Prina e Claudio Regis. Un ricordo lontano per un movimento che ha saputo rigenerarsi e, fra alti e bassi, mantenere saldi i propri valori fondanti pur cambiando da allora tutta la propria classe dirigente. Ma conservando quel vantaggio competitivo fatto di parole d’ordine chiare e di immediata comprensione:  crisi, sicurezza, immigrazione e federalismo.
Basta guardare le immagini della festa di piazza di Corradino a Cossato per capire che la Lega Nord ha macinato consensi andando a pescare nel bacino storico della sinistra e del Pd: il neo sindaco è circondato da gente semplice che ha raccolto gli appelli del Carroccio a voltar pagina e che interpreta forse un nuovo desiderio di comunità. E se non ci fossero state le liste civiche, in particolare quella di Marco Abate che ha fatto da argine ai più scettici, il bottino sarebbe stato ancora più rotondo e ancor più disastroso per i democratici, al di là della qualità delle persone.
Ora si aprono nel Biellese due grandi sfide: una nel centrodestra, l’altra nel centrosinistra.
Partiamo dalla prima. La Lega di governo deve dimostrare con la sua classe dirigente che è all’altezza della situazione non certo facile da interpretare: due enti importanti su tre sono nelle mani di Simonetti, Rey, Corradino, Mosca, Milani, Leoncini e Fussotto. Questi sono i nomi degli assessori e dei sindaci del Carroccio, gli stessi uomini e donne che hanno tenuta alta la bandiera leghista negli ultimi cinque anni. Nella competizione tutta interna al centrodestra con il Pdl non avranno vita facile, ma qui si gioca tanta parte del futuro del Carroccio che non può limitarsi alle sole parole d’ordine.
La seconda. Non da oggi il centrosinistra ha perso il contatto con la propria area di riferimento, in particolare il mondo del lavoro, delle partite Iva dei precari, che gli sta voltando le spalle soprattutto nel Nord operoso e pedemontano di cui Biella è orgogliosa di far parte. L’esame attento del voto alle comunali consegna un Biellese dove gli enti-simbolo che marcano la differenza sono oggi tutti in mano al centrodestra. Tuttavia la mappa complessiva del voto nelle amministrative in provincia è a macchia di leopardo ed evidenzia anche conferme e qualche inatteso ribaltone a vantaggio del centrosinistra. E’ dai risultati di alcuni sindaci che hanno saputo essere vicini ai loro amministrati che il Pd deve ripartire per trovare la strada di un rinnovamento fatto di uomini e donne, idee, programmi e, anche, sogni. La strada si annuncia irta di ostacoli e molto lunga. Ma è importante che questo processo avvenga per garantire  il tradizionale confronto democratico fra le parti che nel Biellese è sempre stato vivo e vitale.
Roberto Azzoni

24 giugno 2009

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