La “stretta al credito” per le imprese è uno dei nodi decisivi della quotidianità. Anche per quelle biellesi. E l’Unione Industriale Biellese, da qualche mese ormai, sta portando avanti una politica propositiva, tanto a livello locale quanto a più alto livello istituzionale, finalizzata a sbloccare l’impasse attuale. Su questo complesso di iniziative e sui feedback ricevuti fino ad ora, parla il presidente degli industriali biellesi, Luciano Donatelli (nella foto con la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia).
Presidente, Confindustria è tornata a lanciare l’allarme sul fatto che le imprese si trovino sempre più esposte sul versante della restrizione al credito. Come Uib, rilevate anche voi tale difficoltà?
«In effetti, il tema è prioritario. L’Uib ha deciso di monitorarlo anche mediante un’indagine trimestrale sulla situazione finanziaria delle sue associate. I risultati, che stiamo raccogliendo, confermano anche per il manifatturiero biellese l’allarme di Confindustria».
Quali sono attualmente i rapporti con il sistema bancario locale?
«I rapporti sono sicuramente improntati a trasparenza e disponibilità. L’Unione ha aperto, grazie anche alla collaborazione di Fidindustria, un confronto interessante con le principali banche del territorio».
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Che cosa ne è emerso?
«Abbiamo ottenuto la conferma, da parte di tutti gli operatori, circa il fatto che quanto da loro di recente comunicato in merito a commissioni sostitutive a quelle di massimo scoperto sia da considerare solo una prima proposta alle aziende biellesi e quindi vi sia ampio margine di trattativa. Non solo, abbiamo apprezzato l’offerta di tali istituti di credito volta a fornire alle imprese associate prodotti e servizi a condizioni favorevoli e stiamo lavorando insieme per la messa a punto di accordi specifici in tal senso. Si tratta già di segnali importanti di collaborazione che non possiamo che salutare con soddisfazione. Prossimamente attiveremo anche dei nuovi servizi di consulenza specialistica in ambito di finanza aziendale, siamo al lavoro anche su questo capitolo».
A livello istituzionale, invece, come vi state muovendo?
«A fine maggio, l’Uib si è fatta latrice, con una apposita lettera a mia firma e indirizzata ai maggiori soggetti istituzionali del mondo industriale (da Confindustria a Smi, da Acimit al Club dei 15), della proposta di assumere una posizione unitaria in materia di nuove commissioni bancarie e in tema di assicurazione dei crediti. La mia personale proposta è stata inoltre quella di un tavolo di confronto sul tema della stretta sul mercato italiano della assicurazione crediti».
Avete avuto risposte?
«Certo. Abbiamo suscitato interesse ed attenzione. Confindustria ha risposto sottolineando l’intenzione di portare il tema delle nuove commissioni bancarie al prossimo Liquidity Day organizzato con Governo e Abi. Non solo, il Comitato Piccola Industria di Confindustria Piemonte ha inoltre attivato un’indagine su tutte le industrie piemontesi per verificare le condizioni proposte dal sistema bancario».
Centrale, oggi, appare soprattutto il tema della assicurazione del credito, considerato che vi sono compagnie di settore che stanno bloccando gli interscambi su intere filiere produttive del sistema economico italiano.
«Infatti, proprio su questo tema, lo scorso 15 giugno, si è tenuto a Roma un incontro da noi proposto tra Ania e Confindustria al quale erano presenti anche i vertici di Smi oltre che nostri rappresentanti. Si è giunti ad un accordo immediatamente operativo per attivare, da un lato, un tavolo di monitoraggio sul problema e per mettere a punto, dall’altro, una proposta congiunta Confindustria-Ania da sottoporre al Governo e finalizzata alla costituzione di fondi di assicurazione e co-assicurazione a favore delle aziende italiane».
Per quanto concerne il tessile, anche le società di assicurazione sul mercato australiano e neozelandese stanno riducendo le coperture. Questa è una difficoltà ulteriore per molti imprenditori del settore. Sono in corso azioni anche su questo versante?
«Certamente. In collaborazione con Smi e con l’Associazione commercio laniero, stiamo portando avanti un’azione di sensibilizzazione anche su questi operatori».
Tornando al capitolo banche, si era parlato tempo fa di un accordo tra Confindustria Piemonte ed un grande gruppo bancario. Vi sono novità al riguardo?
«Proprio nei giorni scorsi, Confindustria Piemonte ha siglato con Intesa Sanpaolo il protocollo d’intesa del progetto “Capitale Circolante”».
Di che cosa si tratta?
«La banca metterà a disposizione dell’impresa richiedente un particolare affidamento che consentirà di addebitare gli insoluti ricevuti nel trimestre solare su un conto corrente appositamente dedicato e che, ad ogni fine trimestre, verrà automaticamente azzerato mediante addebito del saldo debitore sul conto corrente ordinario della medesima impresa nel presupposto che, nel frattempo, essa abbia provveduto a costituire, con più tranquillità, la necessaria provvista».
E’ previsto un importo massimo dell’affido?
«Il 25% del castelletto e con un massimo di 250 mila euro, ma stiamo lavorando per ampliare questi limiti. Ci tengo a sottolineare al riguardo che abbiamo ottenuto la disponibilità anche degli altri istituti di riferimento sulla piazza biellese ad attivare soluzioni similari a condizioni vantaggiose».
Presidente, lei ritiene che si debbano usare misure eccezionali o bastino quelle che già vi sono?
«Credo che, pur essendo la situazione molto difficile, non si debba essere corrivi alla logica dell’emergenza. C'è necessità di alcuni di interventi speciali, ma anche della concreta buona volontà di far funzionare bene gli strumenti che ci sono».
Per esempio?
«Per esempio, come abbiamo proposto noi di Uib, rifinanziare e rendere più efficiente il credito d’imposta per la ricerca o ampliare i limiti per la compensazione tra debiti e crediti fiscali o, ancora, provvedere ad una revisione delle aliquote di ammortamento che risalgono al 1988. Tutto ciò garantirebbe già una buona dose di ossigeno alle imprese, soprattutto a quelle medio-piccole».
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