Senza privati aeroporto a rischio
(8 ott) Con la rottura del patto parasociale e le conseguenti dimissioni del presidente Pier Mario Ferraresi e del consiglio di amministrazione il futuro dell’aeroporto è sempre più incerto. Starà ora ai soci nominare i nuovi vertici della Sace e decidere che cosa fare dell’infrastruttura. Le premesse non sembrano comunque delle migliori viste le dichiarazioni che arrivano dagli assessori al bilancio di Comune e di Provincia. Con la rottura del patto parasociale e le conseguenti dimissioni del presidente Pier Mario Ferraresi e del consiglio di amministrazione il futuro dell’aeroporto è sempre più incerto. Starà ora ai soci nominare i nuovi vertici della Sace e decidere che cosa fare dell’infrastruttura. Le premesse non sembrano comunque delle migliori viste le dichiarazioni che arrivano dagli assessori al bilancio di Comune e di Provincia. «Per ora non abbiamo soldi da investire nello scalo - spiega a margine del consiglio comunale Gabriele Mello Rella -, vedremo con la variazione di novembre ma la situazione non è rosea».
Della stessa portata le dichiarazioni del collega Pier Giorgio Fava, della Provincia. «Il patto parasociale - sostiene - è saltato e così anche presidente e consiglio di amministrazione. Tra un mesetto ci sarà la convoca dell’assemblea e dubito che si possa procedere alla riconferma di Ferraresi. Sarebbe un non senso prima farlo dimettere e poi rinominarlo. Per ciò che concerne i lavori di completamento dell’infrastruttura ribadisco quanto ho già detto. La Provincia concorda su questa strategia, a patto che i soldi che andremo ad investire vengano utilizzati realmente per questo».
Fava, dunque, pone dei paletti. «Prima si dia corso all’opera - precisa - e dopo aver verificato che i lavori sono stati completati potremo versare quanto di nostra competenza. Per quest’anno di soldi non ce ne sono, se ne parla nel 2010». E per il futuro? L’assessore al bilancio non ha dubbi: «O si trova un partner privato che porta liquidità e si assume anche dei rischi di gestione o chiederemo di procedere al declassamento dello scalo ad aviosuperficie. Come ho già spiegato questo non pregiudica il futuro delle officine o delle scuole di volo che potranno comunque continuare ad operare. Si tratta di rinunciare ai voli internazionali che, per altro, al momento non ci sono, non esistono». Secondo Fava, poi, insieme al consiglio di amministrazione e al presidente si dovrà procedere anche alla nomina di un nuovo direttore (incarico attualmente ricoperto da Giampiero Marafante). Bisognerà vedere se anche gli altri soci appoggeranno questa scelta.
Dal canto suo la Regione Piemonte, con l’assessore ai trasporti Daniele Borioli, aveva lanciato per primo l’idea della ricerca di un partner privato, dopo il completamento dell’infrastruttura. Linea che, nonostante le dimissioni di presidente e cda, non è mutata. Il presidente della Fondazione Crb, Luigi Squillario, in una lettera aperta, spiega invece che le quote di partecipazione della Fondazione sono cresciute negli ultimi anni perché erano state prospettate delle importanti operazioni di crescita dello scalo. Ora che il panorama è mutato, Squillario chiede che venga restituito il milione e mezzo investito negli anni, o che il terreno acquistato venga intestato alla Fondazione a tutela di quanto speso. La partita è aperta, entro un mese si conoscerà il futuro dello scalo.