La truffa della frutta e verdura vale introiti per 250 mila euro

La truffa della frutta e verdura vale introiti per 250 mila euro
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(20 ott) Hanno aperto una società operante nel campo dell’ortofrutta e in pochi mesi, utilizzando la carta intestata di un’importante multinazionale belga, sono riusciti a mettere a segno truffe per almeno 250 mila euro ai danni di svariati fornitori sia italiani che stranieri. Quando i carabinieri sono riusciti a capire con chi avevano realmente a che fare, i fondatori della “The Blue Deer srl” con sede in un capannone di via della Bisognosa a Cavaglià, affittato per l’occasione senza peraltro onorare il pagamento pattuito, se l’erano già filata lasciandosi dietro svariate cassette di frutta ovviamente vuote così come le vecchie celle frigorifere abbandonate nel magazzino. (20 ott) Hanno aperto una società operante nel campo dell’ortofrutta e in pochi mesi, utilizzando la carta intestata di un’importante multinazionale belga, sono riusciti a mettere a segno truffe per almeno 250 mila euro ai danni di svariati fornitori sia italiani che stranieri. Quando i carabinieri sono riusciti a capire con chi avevano realmente a che fare, i fondatori della “The Blue Deer srl” con sede in un capannone di via della Bisognosa a Cavaglià, affittato per l’occasione senza peraltro onorare il pagamento pattuito, se l’erano già filata lasciandosi dietro svariate cassette di frutta ovviamente vuote così come le vecchie celle frigorifere abbandonate nel magazzino. I presunti truffatori dell’ortofrutta erano stati comunque già identificati in un’altra occasione. Sono stati pertanto denunciati per truffa aggravata, falso materiale e sostituzione di persona. Hanno tutti un passato da commercianti nel settore della frutta e della verdura. Si tratta di Giuseppe B., 49 anni, proveniente dalla provincia di Asti, e di due siciliani, Cristoforo S., 46 anni, della provincia di Caltanissetta, e Giuseppe S., 31 anni, della provincia di Catania. Il sospetto che qualcosa di poco chiaro si stesse consumando in quel capannone di Cavaglià, lo hanno cominciato a capire i carabinieri del paese quando, ad agosto, hanno intercettato un grosso carico di pesche proveniente dalla Spagna. In quell’occasione è stato chiesto l’arresto dei tre, ma dalla magistratura hanno risposto picche. Il terzetto è stato comunque identificato e le indagini sono proseguite. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno tirato le fila dell’inchiesta. E’ così emerso che i tre commercianti avevano fondato la società con sede sociale a Torino e magazzino a Cavaglià, col solo obiettivo di mettere a segno truffe nel campo dell’ortofrutta utilizzando la carta intestata della multinazionale belga “Bell’Export”. Grazie agli ordinativi fasulli, grossi carichi di frutta e verdura confluivano a Cavaglià e da lì venivano smistati nei mercati torinesi e piemontesi senza che nessuno ne sapesse più nulla. L’ultimo carico di meloni, pesche e angurie sparito nel nulla, è partito dalla “Agrintesa Società agricola cooperativa” di Faenza (Ravenna). Un danno, solo in questo caso, di quasi 40 mila euro.

20 ottobre 2009

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