Città Studi: addio ad Ingegneria tessile
(22 ott) Il corso di laurea in Ingegneria tessile di Città Studi scompare. Gli studenti già iscritti e immatricolati potranno completare il loro percorso di studi, ma quelli che avevano intenzione di iscriversi nel 2010 non potranno più farlo: il Politecnico di Torino non attiverà più il corso. E’ questa la decisione assunta ieri sera dal Senato accademico del Politecnico di Torino, il quale ha deciso che stessa sorte avranno anche i corsi delle altre sedi decentrate, a Mondovì, Vercelli, Verres e Alessandria. Il corso di laurea in Ingegneria tessile di Città Studi scompare. Gli studenti già iscritti e immatricolati potranno completare il loro percorso di studi, ma quelli che avevano intenzione di iscriversi nel 2010 non potranno più farlo: il Politecnico di Torino non attiverà più il corso. E’ questa la decisione assunta ieri sera dal Senato accademico del Politecnico di Torino, il quale ha deciso che stessa sorte avranno anche i corsi delle altre sedi decentrate, a Mondovì, Vercelli, Verres e Alessandria. Non sono dunque valse per ora le polemiche dei territori, della Regione e degli studenti in difesa dei presidi locali. L’organo di indirizzo dell’ateneo, al termine di una seduta conclusasi ieri in serata dopo lo slittamento dovuto a una contestazione da parte di un centinaio di studenti provenienti da tutti i poli piemontesi (con i quali il rettore Francesco Profumo ha tenuto in mattinata un lungo dibattito), ha deciso di far fronte così alle razionalizzazioni previste dalla legge Gelmini. Il piano, votato a larga maggioranza dai senatori dell’ateneo, prevede che nelle sedi staccate il Politecnico mantenga una presenza “diversa”: niente lezioni né esami, ma si continuerà a fare ricerca, esercitazioni e laboratori, trasformando le sedi in poli di servizio e trasferimento tecnologico. Inoltre si cercherà un’intesa con la Regione per la creazione di istituti tecnici superiori, percorsi professionalizzanti, formazione continua.
Sul destino del corso in Ingegneria tessile a Città Studi si erano mosse nei giorni scorsi anche le forze politiche locali. Contrario alla chiusura il senatore Gilberto Pichetto, il quale aveva affermato che «dire che il Politecnico di Torino sia costretto dal ministro Gelmini a chiudere la sede di Biella è una palese forzatura, per non dire una falsità, sostenuta dalla sinistra per screditare il governo». «L’iniziativa del Politecnico - aveva aggiunto - non è assolutamente condivisibile, ma non si può dire che tale eventuale decisione discenda dalla volontà del governo. La decisione è viziata dal consueto torinocentrismo delle istituzioni del capoluogo regionale. I tagli devono riguardare le attività meno efficienti, non quelle periferiche. Invece ci si concentra sulle sedi decentrate, come se fossero esse la causa degli sprechi». «Il silenzio delle istituzioni locali rispetto alla possibile chiusura del corso di ingegneria tessile in inglese è assordante - sono state invece le parole di Michelangelo Valenti, coordinatore provinciale Pd e membro del consiglio di Città Studi -. Ovunque si stia concretizzando questo pericolo (penso alla vicina Vercelli) si svolgono mobilitazioni importanti a difesa delle sedi decentrate delle università. Soltanto a Biella non si sente una parola da Simonetti o da Gentile. Nessuna iniziativa di rilievo è stata intrapresa». Presentata, sullo stesso tema, anche un’interrogazione del gruppo Pd in Provincia.
22 ottobre 2009