In due depositi 20 tonnellate di veleni
(1 mar) E’ stato scoperto a Candelo e posto sotto sequestro uno dei magazzini dove sono stati stoccati in modo abusivo un centinaio di bidoni in plastica e in metallo contenenti per lo più sostanze altamente inquinanti - prodotti chimici pericolosi e scarti di tintoria - come quelli abbandonati nei boschi di Cossato, Castelletto Cervo, Mottalciata, Cerrione e Carisio. In tutto dalle cinque alle dieci tonnellate di materiale. Altre dieci tonnellate sono state scoperte e sequestrate nel deposito di un corriere espresso biellese. All’appello mancherebbero altre dieci tonnellate o giù di lì che i protagonisti di questa vicenda avrebbero già piazzato sul mercato nero oppure stoccate da qualche altra parte. E’ stato scoperto a Candelo e posto sotto sequestro uno dei magazzini dove sono stati stoccati in modo abusivo un centinaio di bidoni in plastica e in metallo contenenti per lo più sostanze altamente inquinanti - prodotti chimici pericolosi e scarti di tintoria - come quelli abbandonati nei boschi di Cossato, Castelletto Cervo, Mottalciata, Cerrione e Carisio. In tutto dalle cinque alle dieci tonnellate di materiale. Altre dieci tonnellate sono state scoperte e sequestrate nel deposito di un corriere espresso biellese. All’appello mancherebbero altre dieci tonnellate o giù di lì che i protagonisti di questa vicenda avrebbero già piazzato sul mercato nero oppure stoccate da qualche altra parte.
Il magazzino dei veleni è stato trovato in un vecchio edificio, disabitato da una decina d’anni, che si affaccia lungo via Sant’Antonio, una stradina tranquilla, isolata al punto giusto, che, dalla periferia di Candelo, si perde nella campagna circostante. Una parte dello stabile era adibito ad abitazione. «Ci viveva un’anziana che poi è morta in età molto avanzata: aveva più di novant’anni...», ricorda una vicina che mai, in questi anni, si è accorta di un via vai di camion o furgoni che trasportavano i bidoni pieni di prodotti chimici pericolosi. Che non immaginava neppure di avere, a pochi metri da casa, una bomba ecologica.
Nel magazzino, i carabinieri (del Reparto operativo provinciale, delle Compagnie di Bielle e Cossato e del Nucleo operativo ecologico di Torino) e i tecnici dell’Arpa, coordinati dal tenente colonnello Federico Maria Ruocco, hanno trovato poco meno di dieci tonnellate di fusti, alcuni mai aperti, altri pieni per intero o per metà di veleni d’ogni risma legati alla lavorazione tessile e tutti destinati alla distruzione, non smaltiti forse a causa degli eccessivi costi. Non è ancora chiaro invece dove ha sede il deposito del corriere espresso nel quale sarebbero stati trovati altri fusti.
Sia il proprietario dello stabile di Candelo (l’erede dell’anziana signora deceduta una decina di anni fa) che i due responsabili della ditta di trasporti, sono stati denunciati per una lunga serie di reati, sempre relativi alla gestione e allo smaltimento di rifiuti di tipo pericoloso. Secondo gli investigatori, sarebbe stato proprio il primo a caricare i bidoni e a portarli tra i boschi di mezzo Biellese dove sono poi stati rintracciati. Le spese di smaltimento verranno quasi di sicuro anticipate dai comuni interessati e dalla Regione. In seguito, le stesse amministrazioni potranno rivalersi in sede civile sul proprietario del magazzino e della casa di Candelo. Lo stabile, pur se bisognoso di restauri, vale pur sempre parecchie decine di migliaia di euro.
I prodotti ritrovati dai carabinieri, sono scarti di lavorazione e sostanze varie - la maggior parte, per condizioni di tempo e di conservazione, rientranti proprio nella tabella dei rifiuti pericolosi - che facevano parte di uno stock di sostanze che avrebbe dovuto essere smaltito fin dal 2008, di proprietà di un’azienda specializzata nella commercializzazione di prodotti chimici di varia natura per tessiture e tintorie.
Parte dei prodotti sarebbe stata venduta in nero. Altri fusti pieni di veleni sono stati trovati nelle settimane scorse in mezzo ai boschi. Altri bidoni si trovavano nel magazzino di Candelo e nel deposito del corriere. Altri - secondo i carabinieri - mancherebbero ancora all’appello. Le indagini stanno proseguendo proprio per ricostruire nel dettaglio tutti i passaggi e per riuscire a rintracciare i bidoni mancanti.
Valter Caneparo
1 marzo 2010