Operaio di Zegna muore in un frontale

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(25 mar) Trivero piange due morti in pochi giorni. Due vittime di tragedie assurde, che hanno lasciato a tutti l’amaro in bocca e hanno gettato due famiglie nel lutto e nello sconforto. Alla morte di Michal Michalczyk, il muratore polacco di 31 anni caduto domenica sera da un balcone al quarto piano di un palazzo di frazione Cereje, dove abitava con il cognato e il fratello, si è aggiunta quella di Enrico Zoso, 44 anni, residente con la famiglia in frazione Dosso, che si è schiantato con la moto contro un’auto per cause ancora al vaglio dei carabinieri. Trivero piange due morti in pochi giorni. Due vittime di tragedie assurde, che hanno lasciato a tutti l’amaro in bocca e hanno gettato due famiglie nel lutto e nello sconforto. Alla morte di Michal Michalczyk, il muratore polacco di 31 anni caduto domenica sera da un balcone al quarto piano di un palazzo di frazione Cereje, dove abitava con il cognato e il fratello, si è aggiunta quella di Enrico Zoso, 44 anni, residente con la famiglia in frazione Dosso, che si è schiantato con la moto contro un’auto per cause ancora al vaglio dei carabinieri. La strada che sale in valle è rimasta chiusa per ore, martedì pomeriggio. La tragedia è avvenuta alle 16 e 30 lungo la statale che da Valle Mosso sale a Crocemosso, poco prima della galleria che sbuca a Ponzone, in un tratto dove il nastro d’asfalto disegna una serie di curve strette e pericolose, dove è consigliabile mantenere una velocità moderata. Ciò che è accaduto, come detto, ancora non è chiaro. Si sa che Enrico Zoso, dipendente da una vita del Lanificio “Ermenegildo Zegna” di Trivero, stava scendendo a valle in sella alla sua potente Honda Cbr 1000 di cilindrata. In prossimità di una curva a sinistra, la moto si è schiantata contro la Volkswagen Polo condotta da un pensionato di Trivero, Bruno V., 77 anni, che viaggiava verso casa con a fianco la moglie, Marisa C., 69 anni (entrambi, forte shock a parte, sono rimasti illesi). A causa dell’urto, molto violento, l’automobilista ha perso il controllo della Polo che è finita contro un muro di sostegno dalla parte opposta della carreggiata. La moto è stata invece catapultata contro il guardrail. Le condizioni di Enrico Zoso sono subito apparse disperate. Medicalizzato sul posto dall’equipe dell’Elisoccorso, l’operaio è stato in seguito trasferito in elicottero all’ospedale “Maggiore” di Novara dove, intorno alle 18, è morto. La strada è stata del tutto riaperta solo due ore più tardi. Si sono così formate lunghe code di automezzi. Sul posto, a dare manforte ai carabinieri, sono arrivati anche i vigili urbani e i Vigili del fuoco del distaccamento di Ponzone.
Originario di Coggiola, Enrico Zoso lascia nel dolore la moglie Franca Noris (sorella di don Lorenzo, parroco di Mezzana) e la figlia Elisa, studentessa liceale a Cossato. La data dei funerali, in attesa del nullaosta della Procura che dovrà decidere se far effettuare o meno l’autopsia, si conoscerà solo stamattina.
E’ invece pronta a partire per la Polonia la salma del giovane muratore rimasto ucciso dopo essere caduto, domenica sera, dal balcone al quarto piano. Le ipotesi dell’omicidio e del suicidio sono state subito scartate dai carabinieri in seguito alle testimonianze raccolte nell’immediatezza della tragedia. E’ stato un incidente. Il giovane si sarebbe pertanto sporto troppo, forse per parlare con un amico nel cortile. Avrebbe quindi perso l’equilibrio finendo di sotto. L’impatto è stato tremendo: Michal è prima finto sul tetto di un’auto e poi sull’asfalto. Inutili i soccorsi: portato in ospedale a Biella, il giovane polacco è morto pochi minuti dopo il suo arrivo per le gravissime lesioni riportate nella caduta. I carabinieri, coordinati dal comandante della Compagnia di Cossato, capitano Daniele Narduzzi, hanno in breve capito che si era trattata di una disgrazia. Il polacco, che lavorava da un paio di mesi con alcuni connazionali in un cantiere che si occupa della ristrutturazione di una villa da poco acquistata da stranieri, aveva trascorso una serata in allegria con amici e parenti. Sarebbe quindi uscito sul balcone per fumare. Aveva forse bevuto troppo. Così, quando si è sporto, ha perso l’equilibrio.

25 marzo 2010

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