Truffe, indagati in 9
(13 mag) Si chiama "Operazione tela di Penelope" e l'hanno realizzata gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno controllato la situazione di 19 aziende. Al termine del lavoro d'inchiesta sono state denunciate 9 persone e recuperati ben 23 milioni di euro, oltre a circa 300 mila euro di contributi illecitamente richiesti e percepiti. E’ questo il bilancio dell’operazione condotta dal Nucleo di polizia Tributaria della Guarda di Finanza di Biella e chiusa dopo mesi di indagini. Si chiama "Operazione tela di Penelope" e l'hanno realizzata gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno controllato la situazione di 19 aziende. Al termine del lavoro d'inchiesta sono state denunciate 9 persone e recuperati ben 23 milioni di euro, oltre a circa 300 mila euro di contributi illecitamente richiesti e percepiti. E’ questo il bilancio dell’operazione condotta dal Nucleo di polizia Tributaria della Guarda di Finanza di Biella e chiusa dopo mesi di indagini.
L’attività oltre che per il settore industriale di interesse anche e soprattutto alla luce della sua complessità e dalle difficoltà incontrate dagli investigatori per districarsi tra le migliaia di fatture sospette esaminate durante l’ispezione, era iniziata nel settembre 2008 nell’ambito di una verifica fiscale nei confronti di un’importante azienda biellese operante nel settore tessile e si era subito estesa anche ad altre aziende rientranti nello stesso gruppo imprenditoriale. Tuttavia, l’attività ispettiva nei confronti delle aziende implicate, non solo operanti nel settore tessile, ma anche in quello dei trasporti e dei servizi, non si limitava solo all’analisi delle operazioni commerciali dubbie, ma riguardava altresì l’esame della documentazione inerente alla concessione di contributi nazionali ovvero comunitari.
Sotto tale profilo quattro sono le aziende nei confronti delle quali è scattata la denuncia per truffa aggravata, con la constatazione di circa 300 mila euro di contributi illecitamente ottenuti e/o richiesti; al riguardo emblematico è il caso di una società che ha percepito dall’Unione Europea fondi destinati allo sviluppo di un particolare tipo di filato. Il progetto, che avrebbe dovuto comprendere sostanzialmente la realizzazione di un macchinario e la conseguente sperimentazione dello stesso, non solo non è risultato realizzato, ma le fotografie inviate a dimostrazione dell’avvio dello studio e del laboratorio di ricerca, presentate a corredo appunto della richiesta di finanziamento a fondo perduto, venivano reperite da una rivista scientifica disponibile per tutti su Internet.
13 maggio 2010