Biella provincia salva, almeno per il momento
(31 mag) Si cerca di fare chiarezza sui contenuti della manovra da 25 miliardi alla firma del presidente della Repubblica, che ha chiesto alcuni ragguagli al Governo, che li consegnerà oggi, per giungere alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale già stasera o domani al massimo. La norma che prevede la cancellazione delle province inferiori ai 220 mila abitanti non è più contenuta nel testo della manovra economica. Si cerca di fare chiarezza sui contenuti della manovra da 25 miliardi alla firma del presidente della Repubblica, che ha chiesto alcuni ragguagli al Governo, che li consegnerà oggi, per giungere alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale già stasera o domani al massimo. La norma che prevede la cancellazione delle province inferiori ai 220 mila abitanti non è più contenuta nel testo della manovra economica. L'articolo 5 del provvedimento, quello contenente le misure per le «Economia negli Organi Costituzionali, di governo e negli apparati politici» non conterebbe più - secondo quanto riportano fonti tecniche del Ministero dellEconomia nel pomeriggio - i commi da 12 a 17 con i quali si prevede la soppressione delle mini-province. L'ipotesi più probabile è ora quella dell'inserimento della norma nel testo della Carta delle Autonomie ora in discussione alla Camera - i cui tempi di approvazione sono di almeno un anno - oppure un disegno di legge del Governo a carattere ordinamentale che accorpa tutte le norme espunte dal decreto sulla manovra e che avrebbe tempi ancora più lunghi.
Il Governo conferma cioè lintenzione di affrontare la partita, per ora accantonata, nellambito di un rapporto con il Parlamento più dialettico e partendo dalla soglia dei 220 mila abitanti: ieri lItalia dei Valori e i finiani del Pdl hanno fra laltro riaffermato la necessità di cancellare completamente listituto della provincia.
Il tema, dunque, resta caldo e solo a bocce ferme si vedrà qual è il percorso istituzionale scelto per andare ad una soppressione o ad una revisione.
E dopo la doccia gelata di martedì notte scorso, con lannuncio a sorpresa del Governo della cancellazione di 10 province sotto i 220 mila abitanti fra cui Biella e, poi, si è scoperto anche Vercelli il cui confine montano con la Svizzera non è valso da scudo (non si trattava di valico), dopo la marcia indietro confermata anche ieri a decreto firmato, non sono mancate prese di posizione e discussioni per lintera settimana. E se per il senatore Pdl Gilberto Pichetto «lipotesi Calderoli di soppressione di dieci Province nellambito della manovra finanziaria non è attuale», per lonorevole Pd Luigi Bobba «se bisogna avviare un ripensamento non lo si può imporre ai territori con una pistola puntata alla tempia, ma verificando in tutto il quadrante Nord orientale del Piemonte quali possano essere le soluzioni più convincenti ed efficaci». Il presidente della Regione Roberto Cota ha annunciato che «condividendo le esigenze che hanno portato alla decisione di procedere ad accorpamenti delle Province più piccole, ritengo doveroso assumere iniziative volte a ridisegnare i confini di alcuni territori. Tali atti potranno sfociare, eventualmente, in una iniziativa legislativa da parte delle Regioni. A questo scopo consulterò gli Enti locali interessati».
Ieri il dibattito si è spostato sul ragionamento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha affermato «che la distinzione non si deve fare tra Province grandi e piccole, ma fra Province efficienti e inefficienti». E Cota a ruota: «Non si può fare di tutta un'erba un fascio, perché su un territorio vasto chi gestirebbe, ad esempio, le strade? Non potrebbe farlo la Regione e nemmeno potrebbero farlo i Comuni», arrivando a suggerire «di dare ai presidenti delle Province le competenze dei Prefetti».
Intanto, anche su Facebook sorgono i primi gruppi sullargomento. Uno è Uniti contro labolizione della Provincia di Biella che, a sabato sera, contava unottantina di iscritti, mentre laltro è pro cancellazione, Chiudiamo la Provincia di Biella che è fermo a una ventina di iscritti.
31 maggio 2010