Sanità, tagli per sei milioni

Pubblicato:
Aggiornato:

(12 lug) Blocco assunzioni, bilanci sempre più risicati. L’Asl di Biella deve fare i conti con le ristrettezze economiche della Regione Piemonte. La situazione non è delle più incoraggianti, soprattutto ora che i vari direttori generali delle aziende sanitarie piemontesi hanno dovuto presentare al presidente Roberto Cota un piano di rientro della spesa che fa riferimento ai bilanci del 2009. In pratica nessuna Asl potrà spendere più di quanto sborsato lo scorso anno. Il che, con l’adeguamento Istat dei prezzi, dei contratti e dell’inflazione, significa inevitabilmente operare dei tagli. Che per Biella sono comunque pesanti. Blocco assunzioni, bilanci sempre più risicati. L’Asl di Biella deve fare i conti con le ristrettezze economiche della Regione Piemonte. La situazione non è delle più incoraggianti, soprattutto ora che i vari direttori generali delle aziende sanitarie piemontesi hanno dovuto presentare al presidente Roberto Cota un piano di rientro della spesa che fa riferimento ai bilanci del 2009. In pratica nessuna Asl potrà spendere più di quanto sborsato lo scorso anno. Il che, con l’adeguamento Istat dei prezzi, dei contratti e dell’inflazione, significa inevitabilmente operare dei tagli. Che per Biella sono comunque pesanti. «Il bilancio di previsione stilato a febbraio - sottolinea il direttore generale dell’Asl Bi Pier Oreste Brusori - prevedeva una spesa di sei milioni di euro in più rispetto al 2009. Avevamo tenuto conto dell’inflazione e degli aumenti dei costi, senza sapere lo stanziamento regionale. La nuova giunta ci ha chiesto però di riequilibrare i bilanci sulla spesa storica, il che ci porta a dover tagliare quei sei milioni aggiuntivi che avevamo messo a bilancio».
Taglio che mette in difficoltà l’attività e lo sviluppo dell’Asl Bi, in particolare due progetti che verranno comunque ultimati entro quest’anno ma che avranno più difficoltà a partire. «Il raddoppio del reparto psichiatrico e la sistemazione del sesto piano, adibito alla riabilitazione - spiega Brusori - verranno ultimati ma le preoccupazioni sono legate alla gestione dei servizi vista la situazione del personale e il piano di rientro». Già, perché la questione del personale è l’altro grande nodo che mette in difficoltà le aziende sanitarie. «Prima le elezioni regionali e l’incertezza dei trasferimenti, poi il blocco delle assunzioni deciso dalla giunta Cota - dice Brusori -. Sono sette mesi che non possiamo praticamente applicare il turnover. E questo ci porta a diverse difficoltà. Tra maternità, trasferimenti e pensionamenti il personale è calato. Fino ad ora siamo riusciti a mettere le pezze grazie alla collaborazione dei nostri dipendenti ma la situazione ora si fa davvero difficile». E Brusori fa degli esempi concreti. «Siamo riusciti - sottolinea - a ridurre i tempi di attesa ora, però, proprio a causa del calo del personale alcuni settori sono tornati in sofferenza. Speriamo che la situazione a livello regionale si sblocchi in fretta anche se questi ritardi ci portano a pensare che i tagli per quest’anno potrebbero anche essere più pesanti». A fornire dei dati sul personale è il direttore amministrativo Eugenio Zamperone. «Al 31 dicembre 2009 eravamo in 1.984, quattro mesi dopo avevamo perso 20 dipendenti e la situazione oggi è ancora peggiorata». Il prossimo 22 luglio i direttori generali incontreranno il presidente Roberto Cota. Lì si saprà se i piani di rientro verranno approvati e, soprattutto, se verrà tolto il blocco delle assunzioni.

12 luglio 2010

Seguici sui nostri canali