Hervé Barmasse: una serata con il futuro dell'alpinismo

Hervé Barmasse: una serata <br> con il futuro dell'alpinismo
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(23 nov) Hervé Barmasse, 33 anni, da Valtournanche. Dopo i tanti nomi che lo scorso anno si sono succeduti al Mov-Ing, il locale di Paolo Barichello (Via Milano, Chiavazza - Biella), martedì 23 novembre alle 21 sarà lui, uno dei più brillanti esponenti della nuova generazione alpinistica, a raccontare cosa significhi vivere la montagna. Guida alpina, maestro di sci e snowboard, uomo di punta del team The North Face e tecnico del soccorso alpino valdostano, Hervé è noto anche per essere discendente di una storica famiglia di alpinisti e per l’apertura di una nuova via sul Cervino in cordata con papà Marco, altro grande nome del Corpo guide del Cervino. Nella serata biellese, Barmasse ripercorrerà le tappe della sua storia alpinistica e racconterà ai biellesi le sue esperienze tra la "Gran Becca" e le spedizioni extraeuropee. Un appuntamento da non perdere. Il tempo ha dipinto quadri sempre diversi, uno sull’altro. Anno dopo anno, ha rimodellato linguaggio e tecniche. E ha fatto dell'alpinismo una cosa ogni volta nuova, una continua scoperta rimbalzata dalle pedule in feltro ai ramponi a dodici punte, dalle "discese alla Comici" ai discensori autobloccanti, dalle corde in canapa alle superdry. Ma un nome, davanti a tanto progresso, non è mai cambiato. Barmasse. Se uno scrittore di montagna dovesse scegliere una storia nella quale intingere la penna, forse oggi è nella famiglia che porta questo cognome che potrebbe trovare lo spunto più poetico. Perché Barmasse, a Valtournanche, all'ombra del Cervino, è una casa che significa storia dell'alpinismo. Dai tempi del nonno che guidava padre De Agostini in Patagonia a quelli di Hervé, 33 anni, promessa dell'alta quota che custodisce già in casa un curriculum di tutto rispetto.

Domani sarà lui, l'ultimo (ma solo perché più giovane) discendente di questa lunga schiera di montanari, a raccontare ai biellesi cosa significhi vivere la montagna. Dopo i tanti nomi che lo scorso anno si sono succeduti al Mov-Ing, il locale chiavazzese di Paolo Barichello, l'appuntamento alle 21 sarà proprio con Hervé, giovane esempio di un alpinismo che ha scelto l'esplorazione e il virtuosismo tecnico a scapito dei clamori garantiti dalle più note vette himalayane e dalle vie normali percorse senza ossigeno ma anche senza alcun senso di scoperta.

E per una volta, non sarà solo storia di friend, nut e moschettoni. Non potrebbe esserlo, con un personaggio che, oltre ad essere guida alpina, maestro di sci e snowboard, uomo di punta del team The North Face e tecnico del soccorso alpino valdostano, tiene nel cassetto l'apertura di una nuova via sul Cervino in cordata con papà Marco, altro grande nome del Corpo guide del Cervino. Un unicum nell'alpinismo, non solo italiano, che da solo meriterebbe quel paragrafo di storia peraltro già garantito dai tanti riconoscimenti che la coppia ha ricevuto.

Per questo e per il corposo resto del suo curriculum, Hervé può vantarsi oggi di essere il più giovane alpinista ad aver ricevuto il premio Sat, una chicca che solo i più consolidati nomi dell'alta quota tengono in palmares. A valergli i titolo, tanti perché: dalla performance sulla "Becca" ad una nuova via aperta sul Pizzo Badile, dalle quattro prime ascensioni su altrettanti Seimila inviolati dell'Himalaya alla prima salita della parete ovest del Cerro Piergiorgio in Patagonia, sino alle "prime" della nord del sudamericano Cerro San Lorenzo e del Beka Brakai Chhok, in Pakistan.

La scoperta di questo lungo viaggio, iniziato non nel 1977 ma oltre cento anni fa, e soprattutto destinato a proseguire, sarà la valida ragione per non perdere un appuntamento che promette di lasciare il segno. E che dimostrerà che le storie di montagna possono anche oltrepassare il confine di quel che fa banalmente notizia e rimanere comunque grandi.

Veronica Balocco
balocco@primabiella.it

23 novembre 2010

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