«Il genio? Pelato e spaccone come me»
(9 dic) Nel 2010 ha festeggiato i trent’anni di teatro, Roberto Ciufoli. È lui, attore, comico (chi non lo ricorda con la Premiata Ditta?) e doppiatore ("La Gabbianella e il Gatto", "Galline in fuga", "La carica dei 101 II - Macchia, un eroe a Londra", "Il Signore degli anelli - Il ritorno del Re"), a vestire i panni del Genio della Lampada (nella foto) in "Aladin - Il musical", lo spettacolo che, dopo aver debuttato con successo al Teatro Nuovo di Milano a inizio novembre, approderà domani (ore 21) al LauretanaForum di Biella, al centro commerciale “Gli Orsi”.
E anche se il vero protagonista è il personaggio che dà il titolo allo spettacolo, Aladin, il Genio è in realtà quello che si ricorda di più perché, come spiega lo stesso Ciufoli, «è colui che risolve i problemi, esaudisce i desideri: lo si può paragonare al Superenalotto dei nostri giorni! In pratica, non si può non volergli bene».
Nel 2010 ha festeggiato i trent’anni di teatro, Roberto Ciufoli. È lui, attore, comico (chi non lo ricorda con la Premiata Ditta?) e doppiatore ("La Gabbianella e il Gatto", "Galline in fuga", "La carica dei 101 II - Macchia, un eroe a Londra", "Il Signore degli anelli - Il ritorno del Re"), a vestire i panni del Genio della Lampada (nella foto) in "Aladin - Il musical", lo spettacolo che, dopo aver debuttato con successo al Teatro Nuovo di Milano a inizio novembre, approderà domani (ore 21) al LauretanaForum di Biella, al centro commerciale “Gli Orsi”.
E anche se il vero protagonista è il personaggio che dà il titolo allo spettacolo, Aladin, il Genio è in realtà quello che si ricorda di più perché, come spiega lo stesso Ciufoli, «è colui che risolve i problemi, esaudisce i desideri: lo si può paragonare al Superenalotto dei nostri giorni! In pratica, non si può non volergli bene».
- Quali sono le caratteristiche del suo Genio?
«Stefano D’Orazio, l’autore del testo, ha ideato un personaggio esplosivo, con tante sfaccettature da rappresentare che è davvero un piacere interpretarlo. È un ruolo nel quale mi trovo a mio agio e che, tra l’altro, è stato scritto per un attore pelato. Di conseguenza... non ho neanche bisogno di trucco!».
- Da un punto di vista estetico lei e il Genio potreste forse somigliarvi un poco. Ma caratterialmente?
«Non siamo tanto lontani nemmeno da quel punto di vista».
- Eppure il suo personaggio è anche piuttosto... “bricconcello”.
«Forse il mio Genio è un po’ spaccone, ma è pur sempre un personaggio di cuore, che cerca di farsi in quattro per riuscire nel suo compito. Comunque, in fin dei conti, anche la cialtroneria fa parte della persona (ride): per questa parte serviva un pelato, e di pelati ce n’erano tanti, ma pelato e cialtrone c’ero solo io!».
- Scherzi a parte, com’è stato coinvolto in questo progetto?
«Io e Stefano ci conosciamo da parecchi anni, ormai. Ci siamo incontrati mentre questo spettacolo era ancora in preparazione ed è stato un “colpo di fulmine” con il mio personaggio, la mia parte».
- Qual è l’aspetto che più apprezza di questa sua nuova esperienza?
«Il piacere e il divertimento di lavorare con professionisti di tutte le età che ballano, cantano e recitano, e in particolare con Manuel Frattini, che è un compagno di viaggio straordinario.
«E poi il grande entusiasmo del pubblico, che è stato per noi una sorpresa».
- In scena, quindi, la vedremo anche ballare e cantare?
«Sì, anche se il mio balletto non sarà “da Nureyev” e le canzoni non saranno “da Sanremo”... per fortuna: sono meglio! Insomma, in scena si balla, si canta, si recita e... si fa di conto!».
- Se fosse lei a rivolgersi al Genio della Lampada, quali sono i tre desideri che gli chiederebbe di esaudire?
«Un paio li tengo privati, mentre il terzo desiderio che vorrei che si realizzasse è quello di continuare ad avere desideri».
- Un suo sogno nel cassetto?
«Mi piacerebbe che ci fosse nei miei confronti e nei confronti di tanti miei colleghi che hanno fatto tanta tv un occhio più attento da parte del cinema, cosa che finora non è mai successa».
- Qualche preferenza? Commedia, comico, thriller...
«Potrei interpretare anche ruoli drammatici».
- Ma è vero che, in occasione della “prima” di Milano di Aladin - Il musical, avete steso una guida viola in teatro, al posto del classico e tradizionale tappeto rosso?
«È così. Abbiamo voluto sfatare alcuni luoghi comuni del mondo dello spettacolo, a cominciare dal viola, ritenuto un elemento di sfortuna. Noi non crediamo nella sfortuna, e abbiamo deciso di far sì che proprio il viola fosse il colore dello spettacolo: ecco quindi i costumi viola in scena, la guida viola...
«Nel nostro caso l’unica cosa che “porta male” è stare a casa e non venire a teatro: non vedere lo spettacolo “porta male”!».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it
9 dicembre 2010