Beba si "sdoppia" per Zalone

Beba si "sdoppia" per Zalone
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(4 gen) "Che bella giornata". Così si intitola il nuovo film con Checco Zalone in uscita domani nelle sale italiane (a Biella sarà in visione all’Odeon). E belle giornate devono essere state anche quelle che Barbara “Beba” Capizzi ha trascorso sul set, ad agosto.
«È stata un’esperienza molto bella - dice la giovane - sotto tanti punti di vista. Innanzitutto perché ho avuto l’opportunità di lavorare con artisti fantastici come Checco Zalone (vero nome Luca Medici, già ospite della Notte Bianca di Biella del 2006, ndr) e Ivano Marescotti (con lei nella foto), del quale mi ha colpito, oltre alla professionalità, l’aspetto umano, per il modo in cui si è comportato con noi, “semplici” comparse».
"Che bella giornata". Così si intitola il nuovo film con Checco Zalone in uscita domani nelle sale italiane (a Biella sarà in visione all’Odeon). E belle giornate devono essere state anche quelle che Barbara “Beba” Capizzi ha trascorso sul set, ad agosto.
«È stata un’esperienza molto bella - dice la giovane - sotto tanti punti di vista. Innanzitutto perché ho avuto l’opportunità di lavorare con artisti fantastici come Checco Zalone (vero nome Luca Medici, già ospite della Notte Bianca di Biella del 2006, ndr) e Ivano Marescotti (con lei nella foto), del quale mi ha colpito, oltre alla professionalità, l’aspetto umano, per il modo in cui si è comportato con noi, “semplici” comparse».

Il film. Nel film, Beba Capizzi si “sdoppia” e veste i panni di ben due turiste: l’una, macchina fotografica in una mano e guida di Milano nell’altra, staziona sulla scalinata del Duomo, in attesa di entrare nella chiesa; l’altra che, in abiti meno casual e più classici (gonna, camicetta, borsa a tracolla, cappellino e occhiali da sole), sale sulla sommità del Duomo per ammirare il panorama e vedere da vicino la Madonnina («questa meraviglia dell’uomo»): «Non ero mai salita fino a lassù - afferma - e, inizialmente, ero terrorizzata: avevo le vertigini e temevo che mi venisse un attacco di panico... Fortunatamente la troupe, con la sua professionalità, si è prodigata per metterci a nostro agio».

La musica. Trent’anni, di Ponderano, Barbara Capizzi ha fatto della sua passione, la musica, la sua professione. «Ho iniziato a 12 anni, quasi per gioco - racconta - a prendere lezioni di canto con mia sorella. Da allora la musica non mi ha più lasciata: è come se mi avesse “rapita”. Con il tempo, il modo di cantare si modifica: si cresce, si fanno nuove esperienze (nel mio caso con i maestri Santino Rocchetti e Vittorio Borghesi) che insegnano a vivere il palco, a conoscere il pubblico. I talent show fanno credere che sia semplice diventare cantanti: non è così. Il cantante ha sempre bisogno di crescere, di migliorarsi. Questa è una professione difficile, che richiede impegno, volontà e un pizzico di umiltà».
Dopo aver fatto parte degli Artemisia, ora Beba Capizzi ha intrapreso la carriera da solista. «Tra aprile e maggio - annuncia - uscirà il mio primo album dal titolo "Senza fiato", composto da dodici tracce: dodici brani inediti scritti da me e da Marco Perino, ex tastierista degli Artemisia».

La solidarietà. Contemporaneamente, si occupa anche di organizzare eventi a scopo benefico e per solidarietà. «L’ultimo in ordine di tempo - racconta - si è svolto il 26 dicembre scorso a Ponderano, ha visto la partecipazione di 150 persone e ha permesso di donare all’Aism e alla Croce Rossa di Biella la somma di 800 euro. Queste manifestazioni rappresentano per me piccoli traguardi, che mi fanno sentire appagata e ripagata dalla musica. Una sensazione che, a parole, è difficile da descrivere».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it

4 gennaio 2011

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