"Mafie? Serve gioco di squadra"

"Mafie? Serve gioco di squadra"
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(22 gen) Rispetto delle regole e gioco di squadra da parte della società civile. Sono queste alcune delle tattiche da usare nella lotta alla criminalità organizzata e, specificatamente, contro Cosa nostra. Un avversario temibile, ma non invincibile... Ha dimostrato di potere essere un ottimo coach, Flavio Tranquillo, venerdì in città a presentare il suo libro “I dieci passi”, oltre che un giornalista di valore. Tranquillo è stato invitato dal presidio provinciale dell’associazione “Libera”. Il giornalista sportivo, infatti, esperto di pallacanestro come pochi in Italia, ha delineato un quadro preciso ed esauriente del fenomeno mafioso, non senza alcuni aneddoti che hanno strappato qualche sorriso al pubblico presente nella sala della “Casa dei popoli e delle culture”, circa cinquanta persone. Rispetto delle regole e gioco di squadra da parte della società civile. Sono queste alcune delle tattiche da usare nella lotta alla criminalità organizzata e, specificatamente, contro Cosa nostra. Un avversario temibile, ma non invincibile... Ha dimostrato di potere essere un ottimo coach, Flavio Tranquillo, venerdì in città a presentare il suo libro “I dieci passi”, oltre che un giornalista di valore. Tranquillo è stato invitato dal presidio provinciale dell’associazione “Libera”. Il giornalista sportivo, infatti, esperto di pallacanestro come pochi in Italia, ha delineato un quadro preciso ed esauriente del fenomeno mafioso, non senza alcuni aneddoti che hanno strappato qualche sorriso al pubblico presente nella sala della “Casa dei popoli e delle culture”, circa cinquanta persone.

«Quando dovevo andare a cena con Mario Conte, a Palermo (giudice intervistato nel libro, di cui è coautore, ndr) dovevamo selezionare quindici o sedici ristoranti, prima di decidere, in uno stillicidio di ipotesi, perché per ognuno c’era un pericolo. Uno era frequentato da mafiosi, l’altro era direttamente controllato da Cosa nostra, altri non erano sicuri e così via. Una realtà cui non ero abituato» ha spiegato Tranquillo, commentatore per Sky sport.

Di realtà “calde”, invece, se ne intende il giudice Ruggero Mauro Crupi, che ha raccontato i suoi anni al Tribunale di Reggio Calabria, terra (anche) d’ndrangheta. «Ha ragione Caselli, siamo stati vicini dal vincere la guerra contro le mafie, ma poi è mancato qualcosa nell’azione politica - ha detto tra le altre cose il magistrato -. Le mafie si possono sconfiggere così come avvenne con il terrorismo». Nell'immagina, Tranquillo (foto Sarcì)

22 gennaio 2011

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