Le Pmi biellesi alla prova del credito

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(27 gen. 2011) A dirlo sono gli ultimi dati di Bankitalia che parlano di una ripresa dei finanziamenti alle piccole-medie imprese (Pmi). Il dato (riferito al mese di settembre) registra infatti una crescita pari a +8,4% su base mensile e +1,7% generale. «Dati che certamente confortano - commenta Marilena Bolli, presidente di Fidindustria Biella-Vercelli -. Ma dopo il terribile 2009, l’accesso al credito è stato più in funzione di ristrutturazione del debito che non sulle linee di smobilizzo».
A dirlo sono gli ultimi dati di Bankitalia che parlano di una ripresa dei finanziamenti alle piccole-medie imprese (Pmi). Il dato (riferito al mese di settembre) registra infatti una crescita pari a +8,4% su base mensile e +1,7% generale. «Dati che certamente confortano - commenta Marilena Bolli, presidente di Fidindustria Biella-Vercelli -. Ma dopo il terribile 2009, l’accesso al credito è stato più in funzione di ristrutturazione del debito che non sulle linee di smobilizzo».
Strumenti alternativi. Per la presidente di Findindustria Biella-Vercelli, a pagare i problemi connessi alla mancata liberazione di risorse finanziarie e all’allungamento dei tempi di pagamento sono fatalmente le Pmi. Crisi del credito e i ritardi dei pagamenti, secondo Assifact (Associazione italiana per il factoring), nel 2010 hanno invece contribuito a spingere le imprese piemontesi verso il “factoring” (contratto con cui un imprenditore denominato cedente cede i suoi crediti presenti e futuri, derivanti dalla sua attività di impresa, a un altro soggetto detto factor il quale, dietro un corrispettivo consistente in una commissione, assume l’obbligo di fornire una serie di servizi tra i quali, per esempio, il finanziamento dell’imprenditore cedente). Per Assifact, i finanziamenti erogati con il ricorso a tale strumento, al 30 settembre scorso, ammontavano ad oltre 3 miliardi di euro a livello regionale: a Biella, in particolare, ad oltre 20 milioni di euro. «Il ricorso a questi strumenti - commenta Marilena Bolli - esprime proprio la ricerca delle Pmi di linee “alternative” a quelle classiche di smobilizzo del credito»
Sinergie. Per la presidente di Findindustria, associazioni di categoria e Confidi devono essere fortemente coinvolti nell'azione di sostegno delle Pmi nel miglioramento della relazione con il sistema bancario. «Occorre - dice Marilena Bolli - aiutare la ricerca di tutti gli strumenti per favorire la patrimonializzazione e stimolare i processi aggregativi al fine di rafforzare la competitività e affrontare i mercati internazionali».
«Il mercato sta ripartendo e le banche devono essere presenti per dare ossigeno alle imprese - conclude Nicolò Zumaglini, presidente del Comitato Piccola Industria dell’Uib -. L'accesso al credito rimane uno dei nodi critici per le piccole imprese. Gli imprenditori segnalano un divario significativo nei tassi dei finanziamenti concessi da vari istituti di credito: ciò significa che la differenza sta, da un lato, nella capacità della banca di riuscire a leggere l'impresa non solo in termini di bilancio e, dall'altro, nel modo in cui l'azienda riesce a dialogare con l'istituto. In questo senso, e pensando a Basilea 3, il rapporto fra banca e impresa è in evoluzione e, come associazione, stiamo cercando di fornire agli imprenditori tutti gli strumenti utili a migliorarlo».
Giovanni Orso

27 gennaio 2011

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