La tassa sul cinema? Un'ingiustizia
(15 feb) Indignazione. Di fronte alla quasi certezza che dal primo luglio verrà istituito “un contributo speciale a carico dello spettatore pari ad un euro da versare all’entrata del bilancio dello Stato”. E immediata reazione. Gli esercenti e le categorie che li rappresentano sono in rivolta e non hanno perso tempo. Dallo scorso week end le sale italiane espongono un cartello che sintetizza la protesta per dire “no a una nuova tassa per il pubblico”. Le sale di Biella e il Verdi di Candelo hanno aderito. L’adesione è compatta.
Indignazione. Di fronte alla quasi certezza che dal primo luglio verrà istituito “un contributo speciale a carico dello spettatore pari ad un euro da versare all’entrata del bilancio dello Stato”. E immediata reazione. Gli esercenti e le categorie che li rappresentano sono in rivolta e non hanno perso tempo. Dallo scorso week end le sale italiane espongono un cartello che sintetizza la protesta per dire “no a una nuova tassa per il pubblico”. Le sale di Biella e il Verdi di Candelo hanno aderito. L’adesione è compatta.
Ingiustizia. «È un provvedimento ingiusto e dannoso, che colpisce il divertimento più accessibile a tutti - afferma Lanfranco Ceresoli, gestore delle sale di Biella - Un danno non tanto per l’esercente, ma per l’utente che, vedendosi aumentare il prezzo del biglietto, potrebbe scegliere di andare meno al cinema».
«Con questa decisione, che non è a favore del cinema ma è fatta solo per coprire buchi di bilancio, salterà la politica delle riduzioni, per gli anziani, gli studenti - aggiunge Arrigo Tomelleri, esercente del Verdi - Faremo di tutto per lottare contro questa ingiustizia. Ho già ricevuto solidarietà dal pubblico che frequenta le mie sale e attraverso internet si sta avviando una mobilitazione».
Sale parrocchiali. Non rientrano nel provvedimento le sale “delle comunità ecclesiali e religiose”. Ed è un’altra fonte di forte polemica. «Quelle sale sono cambiate rispetto al passato, ora programmano film di prima visione, sono pseudo-parrocchiali, hanno un loro circuito - spiega Ceresoli -. E se loro potranno non aumentare il prezzo, nelle città dove esistono il pubblico le privilegerà». E Tomelleri aggiunge: «Borgosesia e Pray distano pochi chilometri. La prima ha una sala parrocchiale, la seconda no. Dove crede che andranno gli spettatori? Il governo ha fatto come con l’Ici, esentando le proprietà della Chiesa».
Aumento. Potrebbe non essere sufficiente aumentare di un euro il biglietto. Infatti al momento non è chiaro se quella cifra è tassata oppure no. E tra le conseguenze, potrebbe esserci la chiusura di alcune sale.
Giuseppe Gariazzo
15 febbraio 2011