Tagli all'Irap, Biellese escluso
(17 ago) Biella non è una Provincia sufficientemente disagiata per vedersi tagliare l’aliquota dell’Irap, l’imposta a carico delle imprese produttive. E’ quanto emerge da un provvedimento regionale, che vede aiuti in favore di duecento e passa amministrazioni comunali. L’aspetto curioso è che tutte le province piemontesi hanno diversi Comuni inseriti nell’elenco dei beneficiari. Anche le piccole realtà di Asti e di Verbania. Biella invece niente. Neanche un paesello di montagna o di pianura. Tra l’altro il provvedimento è in favore delle realtà sotto 5 cinque mila abitanti, cioè la quasi totalità delle realtà biellese. Biella non è una Provincia sufficientemente disagiata per vedersi tagliare l’aliquota dell’Irap, l’imposta a carico delle imprese produttive. E’ quanto emerge da un provvedimento regionale, che vede aiuti in favore di duecento e passa amministrazioni comunali. L’aspetto curioso è che tutte le province piemontesi hanno diversi Comuni inseriti nell’elenco dei beneficiari. Anche le piccole realtà di Asti e di Verbania. Biella invece niente. Neanche un paesello di montagna o di pianura. Tra l’altro il provvedimento è in favore delle realtà sotto 5 cinque mila abitanti, cioè la quasi totalità delle realtà biellese.
Torino. Sono 236 i Comuni che potranno beneficiare, retroattivamente dal 1° gennaio 2011, di un’aliquota Irap agevolata per l’insediamento di nuove attività produttive. Ad annunciarlo con soddisfazione sono gli assessori regionali al bilancio, Giovanna Quaglia, ed agli enti locali, Elena Maccanti, dopo l’approvazione della delibera di determinazione dei criteri di alta marginalità. Come sancito dalla legge regionale numero 19/2010, che prevede interventi urgenti per lo sviluppo delle attività produttive, l’applicazione dell’Irap risulta diminuita dello 0,92 per cento per le attività economiche che operano esclusivamente in Comuni montani e non montani ad alta marginalità. La delibera approvata, dopo il parere della conferenza Regione-Autonomie locali e della I Commissione consiliare, ha identificato attraverso un metodo statistico contenuto in uno studio dell’Ires i Comuni altamente marginali che potranno applicare l’agevolazione. «E’ un segnale di grande attenzione - hanno commentato Quaglia e Maccanti - verso i Comuni montani e non montani che più di altri subiscono gli effetti dell’attuale crisi economica e che necessitano di un ulteriore sostegno per evitare lo spopolamento. In sede di Conferenza Regione-Autonomie locali è stata accolta la richiesta dell’Uncem di ampliare a 236 il totale degli enti che potranno applicare questa importante agevolazione».
Statistiche. I paramenti in questione sono undici. E vanno dal numero di residenti, alla loro età, alla presenza di attività economiche, di sportelli bancari e altro ancora. Per una serie, forse incredibile, di valori incrociati, nel Biellese quindi non risulta nessun Comune ad alta marginalità, anche se di situazione di difficoltà ne esistono eccome. Allora dov’è l’inghippo per questa evidente mancanza di attenzione al nostro territorio? Prova a fare chiarezza l’assessore provinciale alle attività produttive, Michele Mosca.
La protesta. «Ho chiesto chiarimenti agli assessori regionali competenti - assicura Mosca -. Ho forti perplessità su quanto avvenuto. Evidentemente in sede di conferenza Regione- Autonomie locali andavano definiti diversamente i parametri, in modo da non sfavorire così tanto il Biellese. Oggi non possiamo che prendere atto di quanto deciso e avvenuto a Torino, certo non essendone contenti. Chiederemo conto».
Soldi. Per i tanti Comuni piemontesi il risparmio complessivo, secondo i calcoli effettuati dagli uffici regionali, è di circa 3 milioni di euro. Inoltre il provvedimento va ad aumentare l’appetibilità dei Comuni per nuove aziende, sempre interessate ad offerte in materia di agevolazioni fiscali per i nuovi insediamenti.
17 agosto 2011