Casa dell'eroe in vendita
(15 nov) Anche le case degli eroi devono fare i conti con le conseguenze della crisi economica. Quella dove Pietro Micca abitava, in via Roma, lo Stato non la vuole più ed il Comune non ha i soldi per metterla a posto. E pensare che il cognome delleroe è addirittura abbinato ai due paesi della Valle del Cervo, Andorno Micca e Sagliano Micca.
Passepartout. Pietro Micca era un militante sabaudo soprannominato Passepartout che nella notte tra il 29 ed il 30 agosto del 1706 era di guardia alle porte delle gallerie sotterranee della Cittadella quando lesercito francese cercò di entrare in Torino. Per fermarli, Pietro Micca decise di far crollare la galleria usando un barile di 20 chilogrammi di polvere da sparo ma con una miccia corta, dato fuoco alle polveri cercò di mettersi in salvo lungo la scala che portava al cunicolo sottostante, ma fu travolto dallesplosione e pagò il gesto con la vita, ma salvò la città. Oggi la sua casa, dove visse con la mamma Anna Martinazzo ed il padre Giacomo, non la vuole nessuno. Anche le case degli eroi devono fare i conti con le conseguenze della crisi economica. Quella dove Pietro Micca abitava, in via Roma, lo Stato non la vuole più ed il Comune non ha i soldi per metterla a posto. E pensare che il cognome delleroe è addirittura abbinato ai due paesi della Valle del Cervo, Andorno Micca e Sagliano Micca.
Passepartout. Pietro Micca era un militante sabaudo soprannominato Passepartout che nella notte tra il 29 ed il 30 agosto del 1706 era di guardia alle porte delle gallerie sotterranee della Cittadella quando lesercito francese cercò di entrare in Torino. Per fermarli, Pietro Micca decise di far crollare la galleria usando un barile di 20 chilogrammi di polvere da sparo ma con una miccia corta, dato fuoco alle polveri cercò di mettersi in salvo lungo la scala che portava al cunicolo sottostante, ma fu travolto dallesplosione e pagò il gesto con la vita, ma salvò la città. Oggi la sua casa, dove visse con la mamma Anna Martinazzo ed il padre Giacomo, non la vuole nessuno.
Questione di soldi. «La proprietà è dello Stato - spiega il sindaco Mauro Ferraro Fornero - dopo anni lAgenzia del Demanio ha deciso di dismetterla per fare cassa. Mi hanno convocato a Torino, cerano dei commissari provenienti da Roma che mi hanno fatto la proposta di cessione. Sono rimasti senza parole quando hanno scoperto che io, come sindaco, avevo le chiavi, nonostante la proprietà fosse loro. Le abbiamo sempre tenute in Comune. La casa ha bisogno di manutenzione. Noi curiamo il tetto perché non ci piova dentro, la manutenzione in questo senso labbiamo sempre già fatta noi. Gli ho detto, in pratica è già nostra, se me la volete dare la mantengo, altrimenti un bel giorno vi metto in una busta la chiave e ve la mando giù. Ma loro vogliono venderla al Comune».
40 mila euro. «Mi ricordo che ero un ragazzino quando hanno ristrutturato la casa e fatto la recinzione, adesso avrebbe bisogno di nuova manutenzione. Ho già chiesto contributi, ma non sono mai arrivati - spiega sconsolato il sindaco Ferraro Fornera - per rimetterla a posto ci vorranno 40 mila euro, occorre fare il tetto e la scala di accesso, è una casa del 1500-1600. Avevamo anche fatto un progetto ma adesso i soldi non ci sono. In paese cè lassociazione Pietro Micca che ha sede nellex scuola materna, dove sono accantonati i cimeli che riguardano la vita di Pietro Micca, al sicuro e visibili da chi vuole». Nella foto (Filippo Sarcì) il sindaco davanti alla casa/monumento
15 novembre 2011