"Provincia verso il tramonto"

"Provincia verso il tramonto"
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Fino all’altro giorno non era sicuro. Poi una commissione parlamentare ha deciso, si può: essere presidente provinciale e deputato è quindi legittimo. In Italia erano in otto, tra cui il biellese Roberto Simonetti.

E’ stato salvato, dunque.
«In che senso»?

La poltrona. Anzi, le poltrone...
«Cominciamo bene... Questa è solo demagogia».

Ho capito, è colpa dei giornalisti.
«Possiamo parlare di cose concrete»?

Prego.
«Capitolo soldi. Il doppio incarico è vantaggioso, perché io ho rinunciato all’indennità di presidente provinciale».

Poi?
«Tutte le conoscenze e le competenze da presidente provinciale le porto a Roma. Quindi il territorio è meglio rappresentato. Il doppio incarico può essere una risorsa. A giudicarlo però non possono essere i giornalisti».

Bensì?
«Gli elettori».
 
In pratica fa il pendolare.
«Se il riferimento è agli attacchi polemici sulla mia presenza nel Biellese, di tre giorni la settimana, diciamo le cose come stanno: gli elettori lo sapevano e mi hanno votato lo stesso. Ero già parlamentare quando si sono svolte le elezioni provinciali, che ho vinto con il 54 per cento dei voti. Inoltre: se in questi anni abbiamo ottenuto qualcosa, a tutti i livelli,  non è stato per caso. Oggi alle 8 ero a Torino per la questione trasporti. Poi ho incontrato i sindaci a Biella per il Fondo di garanzia e adesso sono qui all’ “Eco di Biella”. Di cosa stiamo parlando»?

Proviamo di politica. E’ presidente di un ente che potrebbe non esserci più.
«Vero».

A dicembre si chiude?
«Calma. Diciamo che il governo Monti deve decidere. E deve decidere sul serio. Perché da un lato è per la soppressione, sancita. Poi non è detto, perché siamo sempre in Italia e tutto può sempre accadere. Intanto le risorse sono sempre più ridotte e quindi rischiamo di tenere vivo un ente che poi non serve a nulla. Per i cittadini, non per me».
Mi pare di capire che il governo “tecnico” di Monti non le piace?
«La Lega Nord non lo appoggia. Non è  una novità».

Torniamo alle Province.
«Il prossimo bilancio rischia di servire solo per tenere aperto l’ente: pagare le spese correnti e basta! Non possiamo accendere mutui. Non possiamo fare investimenti. Domanda: a che cosa serviamo»?

Me lo dica lei.
«Siamo un ente intermedio fondamentale per pianificare e sviluppare i territori, come le piccole realtà comunali e le Regioni non possono fare. Per essere utili, però, abbiamo bisogno dei soldi e della possibilità concreta di operare».
 
Cioè?
«Esempio: l’enorme partita dell’acqua la deve gestire la Provincia e non una società partecipata».

Prima ha parlato di soldi. Lei ha votato i tagli dell’ex ministro (leghista) Tremonti.
«Vero. Non l’ho mai nascosto. Però sono anche impegnato ventiquattrore su ventiquattro per salvare questa Provincia nella quale credo».

Parentesi. Nel 1993 è entrato in Lega Nord. Qual è il suo bilancio politico?
«Si poteva fare di più».
Qualcuno nella base parla di tradimento.
«Esagerazioni. Cambiare democraticamente questo Paese non è per niente facile».

E non democraticamente?
«Non è un mio problema. La Lega Nord è un partito democratico. Ci sono i congressi e le elezioni».

Pure il “cerchio magico”. Lei è con Umberto Bossi o con Roberto Maroni?
«E’ un falso problema».

Cosa?
«Bossi ha un fiuto politico straordinario. Nonostante la sua malattia, resta il leader».

A proposito di “grane”. Quella legale del suo assessore Luca Castagnetti (patteggiamento per evasione fiscale) le pesa?
«Ne abbiamo parlato. E’ dispiaciuto. Ma si tratta di una vicenda personale, antecedente la nomina, che non tocca il suo ruolo istituzionale».

Torniamo alla Provincia. Quali sono gli scenari futuri?
«Io non tengo in piedi questo ente per creare nuove imposte, come quella sui passi carrai. E non farò il liquidatore fallimentare. Però ognuno si deve assumere le proprie responsabilità».

Si riferisce alle forze d’opposizione?
«A tutto il territorio».

Cominciamo con le minoranze del suo consiglio.
«L’imposta sui passi carrai è stata inevitabile. Ci diano un’alternativa concreta e la togliamo. Il guaio è che non c’è. Il resto sono polemiche, legittime, ma polemiche».

Quindi?
«Torniamo al discorso del bilancio. Così è all’osso. Proposta: votiamolo, insieme. E diamo un segnale  forte».

I numeri in ballo si conoscono già?
«No. Però sa com’è... Stando a Roma, so che aria tira».

Giusto... Quindi?
«Ci saranno ulteriori riduzioni nei trasferimenti. Di fronte ai quali sarà impossibile pianificare e andare avanti».

La Provincia di Biella avrà i conti in rosso?
«Vuole scherzare»?
 
Chiedo!
«Dovremmo avere un avanzo di amministrazione di circa cento mila euro. Ma è una cifra approssimativa».

Non è molto, comunque.
«E’ una voce in attivo. E di questi tempi invece è molto».

Quasi dimenticavo... I rapporti con il Pdl?
«I patti stretti tre anni fa vanno avanti a Biella, Cossato e in Provincia. Certo, vedo pure qualche personalismo».

Risposta molto istituzionale... In casa Pdl c’è aria da “notte dei lunghi coltelli”.
«Questo lo dice lei».

E lei cosa dice?
«Che oggi Lega Nord e Pdl a livello nazionale corrono al voto separatamente. Qui si vota nel 2014. Ed è ancora lunga».
 
Com’è Biella, vista da Roma?
«Piccola. Ma c’è. Sta nell’agenda politica nazionale. E soprattutto ci sono i suoi problemi e le sue esigenze, dall’autostrada al tessile. I colleghi in Parlamento sanno che sono il presidente della Provincia di Biella, che lotta per la “Pedemontana” e per il “Made in Italy”».

E la per la “Padania” libera, immagino.
«Ovviamente».

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