DALLA SVIZZERA: MARCO CALLEGARI

DALLA SVIZZERA: MARCO CALLEGARI
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Zurigo. Con l’avvento dell’era tecnologica si aprono nuove frontiere nell’assistenza sociale. L’idea parte dagli Stati Uniti e sembra piacere agli svizzeri. I senzatetto texani diventano 4G-WiFi-Hotspots viventi. Sulla T-Shirt di un senzatetto di Austin, in Texas, si legge “Io sono Clarence, un 4G Hotspot”, “SMS con HH Clarence al 25827 per la connessione”. Quello che potrebbe sembrare uno scherzo è realtà, quel tipo di realtà che supera la fantasia, quel tipo di realtà tipicamente americana. Clarence Jones di New Orleans partecipa al progetto “Homeless Hotspots”.

I senzatetto vengono trasformati in Hotspots mobili a banda larga in prossimità del centro congressi di Austin. L’idea sembra funzionare, i collegamenti veloci a internet nelle vicinanze di centri congressi, fiere e stadi funzionano raramente e quelli offerti dal centro stesso sono spesso sovraccarichi e non consentono l’accesso. Il progetto è una miscela fra una PR-Gag e un vero lavoro sociale. L’azione si prefigge lo scopo di dare visibilità ai senzatetto, ponendo la problematica all’attenzione dell’opinione pubblica. Anche le prime reazioni sono una miscela di assensi, dissensi, ammirazione e sconcerto. La città di Zurigo plaude all’iniziativa e ne sta valutando pro e contro, vagliando termini e condizioni con cui eventualmente adottarla. L’idea è di quelle che fanno discutere e riflettere. Che la si giudichi positivamente definendola una piccola rivincita dell’uomo sulla tecnologia, del povero sul ricco, della speranza sulla disperazione, o in maniera negativa additandola come l’ennesima umiliazione dell’uomo schiavo della tecnologia o lo sfruttamento del povero a uso e consumo del ricco, non si può negarne l’originalità. E neanche l’americanità. E Clarence cosa ne pensa? Lui trova il lavoro molto bello, ama parlare con la gente che non lo schiva più, che non finge più di non vederlo. Ama non essere più trasparente. È molto contento di guadagnarsi qualche soldo onestamente. Con la pancia piena sorride e se ne infischia di cosa ne pensiamo noi e delle nostre seghe mentali. 

Marco Callegari

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