Enerbit: tre a processo
Abuso d’ufficio e falso per aver “pilotato” l’assunzione a tempo determinato del nipote dell’ex assessore provinciale al Bilancio, Pier Giorgio Fava, in seno a Enerbit, società interamente pubblica e partecipata della Provincia di Biella quale socio di maggioranza al 51 per cento delle quote contro il 49 per cento di Cordar. Sono queste le accuse contestate dalla Procura all’amministratore delegato di Enerbit, Martino Preden (ex ispettore di polizia in pensione e attuale capo di Gabinetto del sindaco di Biella, Dino Gentile), al presidente della stessa società, Fabrizio Ponzana (consigliere comunale del Pdl a Palazzo Oropa) e a uno dei membri del Consiglio di amministrazione, Alfio Serafia (sindaco di Mezzana Mortigliengo), che sembrerebbe coinvolto in modo più marginale rispetto agli altri due coindagati.
Nei giorni scorsi, il sostituto procuratore Ernesto Napolillo (nella foto), ha chiesto al giudice delle indagini preliminari, Claudio Passerini, di procedere nei confronti dei tre con il rito del giudizio immediato (quando chi indaga sostiene che vi sia l’evidenza della prova e viene saltata in tal modo l’udienza preliminare). Proprio il rito con il quale lo stesso magistrato, la scorsa settimana, aveva deciso di procedere nei confronti di Giacomo Rossi, segretario della Provincia di Biella, accusato del reato di rivelazione di segreti d’ufficio in quanto avrebbe distribuito sottobanco documenti coperti da segreto istruttorio a dei giornalisti.
Il giudice Passerini ha fissato l’inizio di entrambi i processi per il prossimo 10 ottobre. Anche per questa indagine, il piemme Napolillo, si è avvalso della collaborazione dei carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria, guidati dal maresciallo Tindaro Gullo. I tre funzionari della Enerbit, sono difesi dagli avvocati Franco Enoch e Domenico Duso per Serafia, Luca Recami per Preden e Greppi di Torino per Ponzana.
Per l’assunzione finita poi sul tavolo della Procura, era stato emesso un bando pubblico apparentemente regolare. Secondo la Procura, però, nel contesto di tale bando sarebbero state inserite delle particolari clausole che avrebbero consentito di pilotare l’assunzione a tempo determinato (per sostituire una dipendente in maternità) del nipote dell’ex assessore Fava (nessuno dei due risulta indagato). In tal modo avrebbero violato i principi di trasparenza, lealtà, equilibrio e valorizzazione delle competenze, che dovrebbero garantire le operazioni di reclutamento del personale delle aziende a partecipazione pubblica proprio come Enerbit. La Procura ha individuato quali parti offese tutti gli altri candidati a quel posto che sono stati scartati in sede di valutazione tecnica nonostante alcuni di loro possedessero tutte le caratteristiche per riuscire a superare il concorso.