"Biella? La città della musica"

"Biella? La città della musica"
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Biella è sempre stata considerata “la città della lana”, ma ben altra realtà sta emergendo in questi anni: “Biella, la città della musica”. Chiunque può accorgersene, girando tra le numerosissime feste di paese che si svolgono ogni estate nei comuni biellesi, dove viene data la possibilità a giovani band delle nostre zone di esibirsi, dando, inoltre, al pubblico un’ampia scelta di musica da ascoltare.

Biella è sempre stata considerata “la città della lana”, ma ben altra realtà sta emergendo in questi anni: “Biella, la città della musica”. Chiunque può accorgersene, girando tra le numerosissime feste di paese che si svolgono ogni estate nei comuni biellesi, dove viene data la possibilità a giovani band delle nostre zone di esibirsi, dando, inoltre, al pubblico un’ampia scelta di musica da ascoltare. Ma cosa succede a queste band con il gelo dell’inverno? Metà di esse spariscono, e le poche che rimangono sulla piazza riducono di molto le loro esibizioni, di solito in locali microscopici dall’acustica pessima, in cui, se si è in più di 50 persone, a fatica si respira. Eppure, la voglia di suonare c’è, eccome. Quindi, perché non creare più spazi al coperto a disposizione per concerti ed esibizioni? Certo, molti locali ospitano band ogni weekend, ma volete mettere uno spazio creato appositamente per questo scopo? Potrebbe attirare, se venisse creata una struttura abbastanza grande, non solo band del posto, ma musicisti di livello nazionale e internazionale, attratti dalla fervente vita musicale di questa provincia dispersa tra le montagne. Se questo non bastasse a convincere, pensate alle miriadi di progetti e festival che vi si potrebbero tenere! Eventi come il “Progetto B9” (www.progettob9.it) e il “Libra Festival”, che ogni anno richiama a Sordevolo e Biella artisti del calibro di Caparezza e Daniele Silvestri, potrebbero essere ripetuti anche in inverno, meglio organizzati, ed una struttura del genere sarebbe una sicurezza d’estate, visto il tempo all’inglese che solitamente ci caratterizza. Dunque, che inizino le danze!
Sara Esposito

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