Casa di riposo in vendita
Rsa in vendita a Candelo (foto): ecco le ultime parole sulla casa di riposo “la Baraggia” di Candelo: dopo il lungo dibattito “vendere o non vendere”, con polemiche, raccolte di firme e dibattiti pubblici, infatti, il consiglio comunale dei giorni scorsi ha approvato a maggioranza la cessione delle quote secondo un bando che è in corso di definizione.
“Primo cittadino”. Per il sindaco Giovanni Chilà è l’unico sistema per «salvare capra e cavoli»: garantire delle entrate e non delle uscite a Candelo per la gestione della struttura e per mantenere, anche se a cura di altri, il servizio sul territorio con il progetto “SalvaBaraggia”. La mozione presentata dalla lista di maggioranza “Candelonuova” è stata approvata dagli undici consiglieri della maggioranza, astenuti i consiglieri della lista “Per Candelo” di Ivano Scomparin e Sergio Tosin, contrari i tre consiglieri di Candelo democratica. Nel documento si comunica la decisione presa dopo una serie di premesse e in particolare il fatto che ai termini di legge entro il 31 dicembre di quest’anno (anche se forse si parla di una proroga al 2013) il Comune deve vendere le quote delle società partecipate come quella che ha appunto in gestione la residenza per anziani, considerando che la gestione della struttura è un grosso onere per Candelo e che gli ospiti candelesi sono al massimo un 30%-40%. Il consiglio comunale impegna quindi il sindaco e la giunta a portare avanti senza indugi il progetto “SalvaBaraggia” finalizzato alla dismissione delle quote societarie, comprensive della proprietà dell’immobile, al fine di mantenere il servizio a Candelo, favorendo il potenziamento e la valorizzazione della struttura mantenendo alto il livello qualitativo con la conseguente salvaguardia e l’ampliamento dei posti di lavoro. «Al più presto - spiega Chilà - pubblicheremo un bando a cui daremo ampio risalto per la vendita della Rsa al miglior offerente ma anche a chi garantirà maggiormente il mantenimento del servizio, del suo attuale livello qualitativo e del numero dei dipendenti attuali prevedendo se mai anche uno sviluppo dello stesso». «Alla luce di questi fatti - aggiunge il sindaco anche molti dei firmatari della petizione di “Candelo Democratica” contro la vendita dell’rsa hanno espresso un parere diverso». Il Comune si assume però tutti gli oneri della gestione dell’immobile, per il sindaco è opportuno dismettere le quote con due obiettivi: mantenere lo standard qualitativo (per cui ringrazia l’amministrazione e i dipendenti) della casa di riposo e usare i soldi per pagare i mutui e gli interessi contratti per degli investimenti e avere così 250 mila euro all’anno in più per coprire i servizi usati solo dai candelesi.
Minoranze. «Possiamo - afferma Ivano Scomparin per il gruppo “Per Candelo”- accettare la proposta del sindaco, ma solo se questo garantirà ai candelesi di non pagare tasse più alte e il mantenimento di certi servizi». Del tutto contrari invece i membri di Candelo democratica. Renzo Belossi, dice: «Chiediamo di dibattere pubblicamente il problema, abbiamo già fatto una raccolta di firme contro la vendita della Rsa: per noi i soldi servirebbero solo per pagare debiti, ma si perderebbe un bene importante come l’immobile… meglio trasformare la società partecipata in una fondazione con il Comune e privati benefattori o associazioni». La strada non è praticabile per Chilà: «Per ora il bilancio del Rsa è sano, ma che finanziatori troviamo? In fondo se si fosse venduto nel 2010, quando avevo fatto la proposta, avremmo avuto già almeno mezzo milione di euro in più a disposizione…».