Angelico Biella, parte corso col sostegno dei soci storici
Tempi e modi di una separazione. Il presidente Forni se ne va sbattendo la porta, con una comunicazione a mezzo stampa.
Il consiglio di amministrazione ne prende atto, con dispiacere, malgrado tutto. Fine di una storia lunga quattro anni, ricca di risvolti con prospettive buone e momenti meno felici.
Cosa cambia in Pallacanestro Biella? Poco, alla fine dei conti. O meglio, tenendo separate la strategia dalla cassa, da un lato è ritornata serenità nel cda, nuovamente compatto e allineato sulle scelte.
Dall’altro si parla di un “monte quote” minoritario che dalla prossima stagione significherà per i soci rimasti dover onorare il gentlemen agreement di ripianare le perdite anche per quella percentuale mancante. Posto che davvero, assieme a Forni, decidano di andarsene altri soci dell’ultima ora, condizione tutt’altro che scontata, in soldoni si sta parlando di una cifra prossima ai 200mila euro.
Diverso poi il discorso che riguarda l’ex vicepresidente Antonio Trada, legato con la sua Edilnol ancora a un anno di sponsorizzazione contrattualizzata che sarà difficile non onorare.
In gioco ci sono altri 160mila euro, messi sul piatto di una bilancia che dall’altro lato pesa per circa 4 milioni di budget.
Ogni centesimo, in tempo di crisi, ha il proprio peso, come fa rilevare l’ex presidente Stefano Verzoletto nel far presente che comunque nelle previsioni di budget, almeno inizialmente, quei soldi non andranno considerati, ma è davvero difficile accostare i nuovi sviluppi societari all’incertezza di poter andare avanti: un accostamento che, numeri alla mano, senza considerare che alla presidenza è arrivato Massimo Angelico (nella foto), uomo equilibrato e dalla grande credibilità, appare davvero improprio.
Le reazioni. Il gruppo dei soci storici di Pallacanestro Biella ha reagito comunque con stupore alla decisione drastica di Antonio Forni. Tutti lo ringraziano, qualcuno si sarebbe immaginato un distacco dalla presidenza, ma nessuno avrebbe mai creduto ad una così brusca separazione. Anche chi qualche sentore lo poteva avere, rimane piuttosto sorpreso.
Tutti, anche chi alla fine trova comunque una sorta di giustificazione, sono invece rimasti molto più colpiti dalla scelta di Antonio Trada, anche per via del significato territoriale del suo impegno. Pallacanestro Biella va avanti e la sensazione, dalle parole degli uomini che costituiscono lo “zoccolo duro” societario, è che lo farà con il consueto impegno e le stesse problematiche di sempre, non acuite dai recenti episodi. Serenità, è la parola che maggiormente circola nella stanza dei bottoni rossoblu.
Alberto Savio. Ha poco da dire uno dei padri fondatori del progetto. Preferisce limitarsi ai fatti già noti. Con un’eccezione: «Ho preso atto con estremo stupore e rammarico della decisione di Antonio Forni. Ho molto rispetto dei ruoli e per questo, come ho sempre fatto in passato, dico che ora sono al 100% con Massimo Angelico e ciò che lui deciderà di fare».
Alberto Cerruti. Sorpreso dai fatti l’uomo che rappresenta l’unione fra il passato e il presente del basket biellese. Cerruti non sa bene cosa pensare: «Non mi era mai capitato di assistere a dei colpi di scena che mi sembrano un po’ teatrali. Preferisco non entrare in merito e non esprimermi. Forni aveva le sue idee, ora credo che qualche noia amministrativa ci sarà. Diciamo che al posto suo avrei fatto in modo diverso».
Alfredo Botto Poala. «Sinceramente non ho capito le ragioni per cui Forni abbia deciso di andarsene, ma poco importa ora starne a disquisire. Il presidente fra di noi è sempre stato un primo fra pari, le scelte sono sempre state condivise. Se fare il presidente viene visto come voler dettare la linea su tutto il consiglio, per fare questo bisogna possedere la maggioranza delle azioni, che nessuno ha mai posseduto. Se lui dice che non era più sereno, io aggiungo che la serenità vale più del denaro e quindi la sua scelta va bene anche per Pallacanestro Biella».
Stefano Verzoletto. «Tuttora non conosco le ragioni per cui Antonio abbia voluto lasciare. Da qualche tempo aveva espresso una certa insoddisfazione per una certa “immobilità”, ma da lì a lasciare la società, il passo è lungo. Sulla sua volontà di fare un passo indietro come presidente sarei stato meno stupito, perchè erano mesi che il cambiamento, alla fine di questa stagione, era nell’aria comunque. Dal punto di vista del progetto, a mio avviso, non cambia nulla. Anzi, Massimo Angelico è un valore aggiunto oltre che essere la persona più importante nel progetto Pallacanestro Biella. Non capisco invece la scelta di Trada, che era già uscito due anni fa dal cda adducendo motivi personali. Credo che i malumori e i malesseri derivino dalla volontà di fare qualcosa di diverso».
Verzoletto, che l’incarico di presidenza lo ha già svolto, in quello che da anni è un consueto turnover fra i soci storici del sodalizio, pone però l’accento su una questione che non giudica marginale, ossia la differenza nei conti dopo i nuovi sviluppi: «Da socio, però, non posso che constatare che non sarà così indolore rinunciare ad uno degli sponsor di maglia e ad una percentuale da ripartire che ad oggi si avvicina al 30%, e non è poco». E poi una constatazione: «Se l’entratta di Forni doveva dare il là ad un allargamento verso l’esterno, non è stata un’operazione di successo. Ciò è motivo di rammarico, perchè significa non essere riusciti a fare ciò che si voleva. In conclusione non c’è da essere preoccupati per il futuro immediato, per questa nuova stagione o per quella dopo, ma al momento posso solo vedere un ridimensionamento dei costi, anche perchè ci abbiamo messo un anno a chiudere l’aumento di capitale ed ora ci ritroviamo nella stessa situazione di dieci mesi fa».
Stefano Cravero. Un’altro dei soci della prima ora pur, come sottolinea, «con un ruolo marginale» traccia un bilancio che abbraccia tutto il progetto: «Il nucleo è coeso e non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che all’interno del consiglio escono persone e altre ne entrano. Il progetto non può cambiare per i recenti avvenimenti, che mi hanno stupito più nel modo che nel risultato. Il notaio poteva anche lasciare la presidenza, ma a mio avviso restare nella società. Posso dire che tutte le scelte prese in questi anni sono state condivise. Ringrazio Forni, sono lieto della scelta di Massimo Angelico, che ha fatto molto ed è persona molto stimata».
Franco Panuccio. Parecchia acqua sul fuoco giunge da un’altra persona legata al progetto rossoblu dalla primissima ora. Panuccio dedica parole di stima all’operato di Forni, ma capisce poco la scelta di Trada. E lancia un messaggio al territorio di piccoli imprenditori come lui, che pur facendo poco arricchirebbero quello che al di là di tutto «è un importante progetto sociale per il territorio, a cominciare dal settore giovanile sino all’aggregazione che il basket contribuisce a mantenere viva sul territorio». Panuccio professa serenità del gruppo: «Non è successo nulla di drammatico in questi giorni. Sono stupito dall’uscita completa di Forni dalla società, proprio non me l’aspettavo. Lo rispetto tantissimo perchè ha dato tanto, ma sono anche convinto che sarebbe potuto rimanere. Io conto pochissimo in società, ma credo che l’idea di pensare di allargare la compagine societaria sia stata una buonissima idea. Aggiungo un’altra considerazione: io ho una piccola impresa, faccio ciò che posso. Di aziende come la mia nel Biellese ce ne sono centinaia. L’appello va a loro, perchè il poco fatto da tanti può davvero far continuare a sopravvivere con meno patemi un progetto territorialmente tanto importante».
Alberto Angelico. Il fratello del nuovo presidente, con lui in società e main sponsor di Pallacanestro Biella, non ha molto da aggiungere e sposa la linea di molti soci: «Vedo la stessa situazione di due settimane fa, con gli stessi problemi e nessun grave scossone in aggiunta, problemi che verranno caricati sulle spalle di chi resta. Credo che su questa vicenda si siano fatte già fin troppe parole. Sulla presidenza di mio fratello? Credo che fosse nell’aria già da diversi anni che lui dovesse succedere a Forni. Come non mi stupirei se dopo di lui al timone passasse Alfredo Botto. Massimo è quello che ci vuole in questo momento, è una persona estremamente diplomatica, una persona non sanguigna che sa placare gli animi. Scherzando, gli ho fatto qualche battuta ricordandogli che abbiamo anche un’azienda da mandare avanti, ma allo stesso tempo l’ho sostenuto sul fatto che, sentendosela, ha fatto bene ad accettare l’incarico».
Rino Bazzani. «A me spiace principalmente perchè all’interno del cda c’è un gruppo di amici e poi sono rimasto sorpreso dal fatto che gli episodi si siano svolti in modo non formale. Nel futuro si farà con quello che si potrà, sono certo che la società sarà bravissima a raccogliere l’ennesima sfida che gli si presenta, anche perchè le persone per affrontarla ci sono. Credo che in questa vicenda si siano interpretate male, da parte di qualcuno, le disponibilità di alcuni soci. Non siamo in molti e qualcuno le cose le deve fare, spesso sacrificando tempo alle proprie attività. Massimo Angelico è la persona giusta, conosciuto sul territorio e con ottimi rapporti con le istituzioni. Sono certo che tutto proseguirà con la stessa passione di sempre».
Fabrizio Ceria