"Replicheremo al Ministero"
«Risponderemo al Ministero per i beni e le attività culturali nei modi e nei tempi previsti dalla legge, ribadendo la filosofia che sta dietro al nostro progetto relativo alla diga in Valsessera». Parole di Carmelo Iacopino, storico direttore del Consorzio di Bonifica della Baraggia, che nei giorni scorsi ha ricevuto il documento dal dicastero romano che sostanzialmente valuta sovradimensionato il progetto presentato dall’ente vercellese. «Commenti? Non faccio nessun commento... Il Consorzio non fa esternazioni giornalistiche. Parleremo per atti e, come sempre, a termini di legge. Tutto quello che scriverà di questa conversazione telefonica, sarà a sua responsabilità...». Più chiaro di così.
Qui, Provincia. Se da Vercelli i toni sono perentori, da via Quintino Sella, invece, sede della Provincia, si sta alla finestra. Guido Dellarovere, assessore all’agricoltura, con delega del presidente Roberto Simonetti su tutta la partita dell’invaso, infatti, spiega: «Il documento ufficiale non l’ho visto... Quindi sono cauto nel dare interpretazioni. Certo qualcosa non mi è chiaro: la diga è stata pensata e progetta per rispondere ad esigenze importanti in materia di crisi e di carenza idrica, quindi ha dimensioni importanti da tutti i punti di vista. Ora, se gli studi regionali sull’acqua restano validi, cosa vuol dire che la diga è sovra-dimensionata? Dopodiché come ente provinciale, aspettiamo comunicazioni ufficiali da parte della Regione e dei diversi ministeri competenti».
Noi del Comitato. Nessun trionfalismo sulla sponda opposta. I volontari ambientalisti del comitato “Custodiamo la Valsessera”, infatti, si dichiarano soddisfatti, ma cauti della posizione assunta dal Ministero. Parla a nome del direttivo, Daniele Gamba: «Un punto a nostro favore, ma la partita è lunga e il Consorzio ha risorse importanti per ribaltare questa presa di posizione che certamente ci fa piacere registrare. Ma i tavoli su cui si gioca la questione sono diversi, tra Ministeri e Regione. Non a caso, credo che tecnicamente anche di fronte ad una Valutazione d’incidenza negativa sul progetto, cui speriamo si arrivi, il Consorzio avrebbe comunque margini di manovra. Non siamo per niente ad un punto finale. Tanto è vero che noi ci stiamo preparando, se da Roma alla fine dovessero arrivare degli ok al progetto, per un ricorso alla Corte europea, visto che il sito ha vincoli ambientali di tutela di tipo continentale. Vedremo...». Sul tema della crisi idrica, l’ambientalista ha dei dubbi: «Si tratta di dati che il Consorzio di Bonifica tende ad esagerare per giustificare progetti faraonici che poi realizza».
Il punto. Al netto di polemiche e interessi diversi, resta il tema dell’utilità dell’opera per i residenti e per il territorio, tra opere di compensazione, posti di lavoro, benefici economici e gestione dell’ “oro blu”, cioè la risorsa dell’acqua che tutti danno per fondamentale nel prossimo futuro. Secondo molti osservatori della vicenda diga, che si trascina da anni, il parere negativo del Ministero potrebbe spiegarsi alla luce dei problemi economici dello Stato e del Governo. Realizzare l’invaso costerebbe 200 milioni di euro, secondo le previsioni, che mai come in questi casi, in Italia, sono molto teoriche. Vi pare poco, di questi tempi?