GENIUS LOCI Fiori contro i temporali

GENIUS LOCI <br> Fiori contro i temporali
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Palme, gigli e rose venivano raffigurati sia sulle tombe romane, che nelle catacombe e nelle chiese cristiane. Oggi è possibile osservare analoghe decorazioni sugli altari. Questi elementi botanici permangono nella domenica che precede la Pasqua, e in alcune funzioni paraliturgiche come le infiorate del Corpus Domini o la benedizione e la distribuzione delle rose di Santa Rita il 22 maggio. Pianta ornamentale, conosciuta fin dall’antichità, la rosa è presente in orti e giardini. Sacra a Venere, le cui statue venivano adornate con fiori di rosa e di mirto. Da questo fiore prende il nome l’Isola di Rodi, chiamata “Isola delle rose”.

Simbolo di riservatezza, la rosa stilizzata a cinque petali, con la scritta “sub rosa”, è presente sui confessionali ad indicare silenzio e discrezione.
La Chiesa applica a Maria, regina di tutti i santi, gli attributi vegetali di diverse piante tra cui quella di “rosa di Gerico”. Alla rosa è associata la fenice, simbolo universale di resurrezione e immortalità, di morte e di rinascita attraverso il fuoco. È un uccello di fuoco che muore immolandosi e che, dopo tre giorni di novilunio, sorge di nuovo dalle proprie ceneri. Nel Cristianesimo, le caratteristiche della fenice trasmigrano a Cristo che, consumato dal fuoco della sua passione, risorge il terzo giorno. Attualmente le foglie di palma e le fronde verdi di ulivo utilizzate l’anno precedente durante la celebrazione della Domenica delle Palme, vengono bruciate per ricavare la polvere da imporre sul capo dei fedeli il Mercoledì delle Ceneri.
In una vasta area del Piemonte, dalle cascine di Villanova Biellese a quelle di Vinzaglio, le rose di Santa Rita, i fiori delle infiorate e quelli esposti nelle case al passagio della processione del Corpus Domini, i rami di palma o di ulivo benedetto vengono custoditi per un intero anno, utilizzati, in caso di temporali, per allontanare fulmini e grandine attraverso veri e propri riti di magismo popolare, tracciando nell’aria ampi segni di croce, spargendo, nel cortile o sull’aia, alcune foglie e petali appassiti.

Giovanni Savio

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