DAGLI USA: EMILIO PASCHETTO

DAGLI USA: EMILIO PASCHETTO
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New York. Next, next, next… “Next” non è un brand (o meglio: è anche un brand d’abbigliamento) ma “next” è ciò che a New York la tua mente affronta come riflessione costante (o almeno: la mia mente). Next, tradotto dall’inglese: prossimo, successivo, ciò che verrà… tradotto nella lingua e sguardo di chi vive questa frenetica metropoli, “next” è ciò che ci si chiede: qual è il mio “next step” (prossimo passo?).

Provate a rispondere vivendo in un luogo dove si può affrontare moltissimo di “prossimo”, di diverso, di interessante, a venire. Cosa potremmo vedere come prossimo recital teatrale, sulla Broadway, tra i centinaia in scena? Che tipo di cucina, in che ristorante, in che zona, possiamo esplorare una prossima cena? Che tipo di hobby potrei sviluppare? Che gruppo di persone potrei affrontare per la mia prossima serata di sabato o per un mio prossimo impegno di volontariato? Immaginate un luogo dove tutto sia potenzialmente possibile, se si ha il tempo, la curiosità e un pizzico di denaro, un luogo dove si possa fare lezione per imparare a diventare trapezisti da circo, dove si possa andare a corsi di cucina sud thailandese, dove si possa studiare calligrafia o archeologia egizia, o studiare dizione per parlare come gli attori o andare a musei tra i più famosi al mondo (a portata di mano), concerti o match sportivi di super-stars a 3 isolati dall’ufficio, immaginate un luogo dove in piazza c’è lo scrittore più amato e noto che tiene una presentazione del suo libro e dove un taxi con la pioggia non lo trova neppure Kate Moss che bestemmia a 4 passi da te, sotto l’acqua, un luogo dove ci sia sempre qualche amico o conoscente che dall’Italia è di passaggio o in visita, un luogo dove ci siano sempre parchi lungo i quali camminare, un luogo dove l’estate è calda e gli inverni nevosi, dove il mare è a portata di mano e il profilo della skyline in perenne cambiamento. Ecco allora che “next” diventa un modus operandi, “next” diventa il modo di vivere, un modo d’usare il proprio cervello evitando di farlo dormire, spronato, spinto e sempre trascinato a confrontare, osservando ipotesi di futuro differente. Quando sentiamo che tutto è possibile, non ci limitiamo, non diamo nulla per scontato e riflettiamo sul cosa potrebbe essere che ancora non è stato: New York affascina perché permette di credere che molto (se non tutto) sia possibile e come una donna bellissima e algida, New York ti strega e spesso ti abbandona al tuo destino e se tu non la anticipi, pensando già alla prossima donna, la “next one”, allora sì che sarai perduto nella solitudine di una metropoli indifferente.  

Emilio Paschetto

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