Morto l'anziano che uccise la moglie

Morto l'anziano che uccise la moglie
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E’ morto sabato pomeriggio intorno alle 15 e 30 nella casa di riposo di Borgo D’Ale dov’era stato trasferito lunedì scorso in regime di arresti domiciliari, Remo Schiapparelli, 89 anni, di Biella, l’ex piastrellista accusato d’aver ucciso a martellate e con un seghetto da legno la moglie Teresita Trompeo, 90 anni, con la quale aveva trascorso la vita intera, parte nel Biellese, per vent’anni in Argentina, perché - a suo dire - poche ore prima di quel tragico 29 maggio gli aveva impedito di farla finita.

Già nella giornata di giovedì, l’anziano non era stato bene, sosteneva di soffrire di mal di pancia e si era fatto prescrivere un farmaco. Ieri a mezzogiorno Remo Schiapparelli ha rifiutato il cibo, appariva parecchio giù di corda. Poi all’improvviso ha vomitato ed è svenuto. Soccorso, gli è stata applicata una flebo ed è stata informata la centrale del “118” che ha inviato un’ambulanza. Ma non è servito: prima dell’arrivo dei sanitari, il pensionato è morto. Toccherà ora al magistrato decidere se disporre o meno l’autopsia per capire quali siano state le cause del decesso anche se, ad un primo esame, il medico legale ha archiviato il caso come “morte naturale”.
Schiapparelli aveva instaurato un buon rapporto con il suol difensore, avvocato Andrea Conz. «Mi spiace moltissimo di quanto è successo - puntualizza il legale -. Mi hanno detto che il mio cliente negli ultimi giorni era stato poco bene e che alla fine rifiutava il cibo. Quando ha lasciato l’ospedale di Biella mi era parso un po’ giù a livello psicologico mentre era guarito dalle ferite fisiche che si era causato il giorno del delitto».
La casa di riposo di Borgo D’Ale era stata  segnalata al legale del presunto omicida dai sevizi sociali che si erano attivati per riuscire a trovare una struttura ben disposta ad accettare tra i suoi ospiti un anziano sospettato di un delitto tanto brutale come quello commesso da Remo Schiapparelli che avrebbe prima rifilato una serie di martellate in testa alla moglie per poi finirla tagliandole la gola con un seghetto da legno. Il pensionato aveva a disposizione una camera singola.  L’assistenza era inoltre più intensa rispetto a quella prevista per gli altri ospiti.
Si chiude così “per morte del reo”, il caso del delitto avvenuto nell’appartamento al primo piano di un vecchio stabile di via Galilei dove la coppia abitava, proprio di fronte all’incrocio con via Novara. Erano le 18 e 20 di martedì sera quando erano arrivati i poliziotti fatti intervenire dalla badante. Teresita Trompeo giaceva ormai senza vita sul letto, in posizione supina, con il volto martoriato, sfigurato, una profonda ferita sul collo e altri tagli sul corpo. Il marito era nella stanza accanto, anche lui con il collo e i polsi sanguinanti. I fatti sono stati ben presto ricostruiti. L’anziano ha prima aggredito la moglie a martellate, poi l’ha finita sgozzandola con un seghetto da legno . Senza un apparente motivo, senza un vero perché. Poi l’uomo ha provato a farla finita tagliandosi polsi e gola con lo stesso seghetto. Ma non c’è riuscito.
Valter Caneparo

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