In pensione PeruselliL'uomo delle cure palliative

In pensione Peruselli<BR>L'uomo delle cure palliative
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Ha vissuto la sua lunga carriera nel mondo delle cure palliative basandosi su un assunto letto nel libro della psicologa svizzera Elisabeth Kubler-Ross. «Per capire questo lavoro bisogna ascoltare i pazienti, stare con loro, imparare da loro». Carlo Peruselli, 60 anni, ha dato l’annuncio ufficiale ai suoi colleghi: dal primo di agosto andrà in pensione, lasciando un buco importante all’interno dell’Asl di Biella.

Non solo nel settore delle cure palliative, che dal 2000 a oggi ha contribuito in prima persona a rendere un modello esportato in tutta Italia, ma anche al dipartimento di collegamento tra ospedale e territorio che dirigeva da 4 anni, da quando l’allora direttore generale Pier Oreste Brusori aveva istituito questa struttura di integrazione tra le due attività. «E’ vero che lascia un buco - dice l’attuale dg dell’Asl Bi, Gianfranco Zulian -, ma lascia anche una grande scuola visto che tutti i professionisti che operano da noi sono stati formati da lui...».

La carriera. Carlo Peruselli, dal 2000 è a Biella. «Quando arrivai - racconta mentre si gode una giornata di ferie in campagna, in Friuli - c’erano la Fondazione Edo Tempia e la Lega Tumori che avevano iniziato a operare nel mondo delle cure palliative. Ma mancava una regia a livello di azienda sanitaria che riuscimmo a creare, coinvolgendo poi la terza no profit, la Fondazione Angelino. Da lì è partito il percorso che ci ha portato a essere un modello in Piemonte e non solo. Di questo, dell’impegno e della professionalità che ci mettono gli operatori che seguono questo settore, il Biellese deve andare orgoglioso perché rappresenta una vera e propria eccellenza». Da milanese, poi, Peruselli è rimasto colpito dal tessuto sociale locale. «Qui - sottolinea - il valore della famiglia è ancora enorme. La vicinanza che hanno ai propri cari, la voglia di accudirli e curarli a casa, investendo tempo e denaro è encomiabile. Mi ha colpito perché dove operavo in precedenza questo aspetto sociale non era così forte». Sarà anche per questo motivo che Peruselli, sposato, con due figli di 23 e 20 anni, ha deciso di continuare a vivere a Biella anche dopo la pensione. «Mi trovo bene - dice senza esitazioni - mi sento, seppur d’adozione, un biellese».

Il futuro. L’annuncio ai colleghi Peruselli l’ha dato martedì nel corso del suo ultimo consiglio di direzione. «Devo ringraziare tutti quanti - ci tiene a dire - dai medici agli infermieri che hanno contributo a creare questa realtà, ma anche i medici di medicina generale con cui abbiamo lavorato a stretto contatto in questi anni. Biella può vantare tantissime professionalità importanti, se mi dovessi curare non avrei dubbi a scegliere il nostro ospedale». Ora Peruselli si prenderà un mesetto di riposo prima di pensare al futuro. «Ricopro incarichi a livello nazionale ed europeo - ricorda - e probabilmente avrò più tempo per dedicarmi a questi ruoli istituzionali». Qualche rammarico per non poter lavorare nel nuovo ospedale? «No, e poi rimango a Biella e parteciperò sicuramente come amico all’inaugurazione» risponde.

Ospedale e territorio. Oltre ad aver contribuito a creare il modello di cure palliative a Biella, Peruselli ha guidato, come detto, il dipartimento ospedale-territorio. «Esperienza bellissima - dice - che noi abbiamo già da quattro anni e che ora è stata inserita nel piano sanitario regionale. Come cure palliative seguiamo 50-60 persone al giorno a domicilio, il luogo in cui il paziente vive meglio la propria malattia. Possiamo contare su una squadra altamente specializzata che mi sento di ringraziare per il lavoro svolto in questi anni con me». «Un grande professionista con doti umane uniche». Il nuovo direttore generale dell’Asl Bi, Gianfranco Zulian, ha avuto modo di conoscere Peruselli sia sotto l’aspetto lavorativo sia sotto quello caratteriale. «Peruselli - dice Zulian - ha rappresentato per Biella tre cose. Prima di tutto un grande tecnico e un ottimo professionista, poi un grande personaggio e un grande uomo, con doti umane non comuni, infine possiamo dire che è stato l’inventore delle cure palliative sul nostro territorio. C’è da chiedersi che cosa abbiamo fatto noi all’Asl per lui, mentre possiamo affermare che lui per noi ha fatto tantissimo, creando un modello che ha fatto scuola e che è stato esportato in tantissime realtà in Piemonte e in Italia».

La sostituzione. Per quanto riguarda la nomina del nuovo direttore del dipartimento ospedale territorio bisognerà attendere almeno una settimana per la valutazione dei curriculum che verranno presentati. Poi si saprà a chi andrà la pesante eredità lasciata da Peruselli.

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