"Cominciamo a tagliare i parlamentari"

"Cominciamo<BR> a tagliare i parlamentari"
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Il suo ultimo impegno, prima di concedersi un po’ di vacanza, ha riguardato il montaggio di un reportage sull’Afghanistan che verrà trasmesso su Rai Uno il prossimo 27 agosto, in seconda serata. «È la prima volta che un programma giornalistico viene prodotto al di fuori del tradizionale contesto dei telegiornali; e il fatto che sia io a occuparmene è per me un importante riconoscimento da parte della rete», dice. Ora, però, Massimo Giletti, 50 anni, si gode finalmente il meritato riposo.

Qual è la meta delle sue vacanze, quest’anno?
«Sarò in giro per il Mediterraneo, ma una “puntata” nel Biellese la farò di sicuro. Perché il Mombarone mi aspetta... Mi testo tutti gli anni su quella salita».

E poi tornerà di nuovo al lavoro. I prossimi impegni?
«Tra 20 giorni partirò alla volta di Toronto, in Canada, per documentare per la Rai l’incontro di tutti i gruppi di preghiera per Padre Pio.
«Inoltre, riprenderò, come di consueto, con l’Arena. Sempre nella stessa fascia oraria della domenica, dalle 14 alle 16.30, che finora ha riscosso grande successo: oltre 4 milioni di spettatori a puntata, con uno share del 23%. Siamo stati anche quest’anno il talk show più visto d’Italia».

Cosa si aspetta dalla nuova stagione tv?
«Il 2013 sarà un anno molto difficile, un anno che cambierà l’Italia. Forse ci sarà una Terza Repubblica, chissà. Io mi auguro che ci sia una rifondazione morale, perché è da lì che bisogna ripartire. E sono convinto che anche la televisione debba fare un passo indietro e proporre cose vere: in un momento di grande crisi bisogna avere il coraggio di buttare a mare tutto ciò che è inutile e superfluo».

La “morale” l’ha fatta Aldo Grasso ai suoi programmi dell’estate: Una voce per Padre Pio e Le note degli Angeli. Il critico televisivo del Corriere della Sera sostiene che si sia mescolato il sacro con il profano, invitando a esibirsi cantanti che si dichiarano devoti di Padre Pio o della Madonna di Medjugorje ma che, al tempo stesso, non disdegnano le Feste dell’Unità.
«Fare il critico è sempre difficile. Aldo Grasso è un uomo che molte volte ha pensieri profondi e attenti, e che altre non riesco a comprendere del tutto. Ma va bene così. È giusto che ci sia libertà di critica, anzi, bisogna battersi affinché questa esista. Per quanto mi riguarda, io mi occupo di fare ascolti e di dare sostegno alla rete. Il resto... può essere un utile spunto di riflessione, anche se non sempre mi trova d’accordo».

Tra i cambiamenti in arrivo, fin dai prossimi mesi, ci sarà anche il taglio delle Province. Compresa quella di Biella. Che ne pensa?
«L’Italia è un Paese “vecchio”, che non ha più senso di essere così com’è stato concepito. Va ristrutturato, cambiato, rimodellato. Negli Stati Uniti i parlamentari (i membri del Congresso, ndr) sono poco più di 500 (tra Senato e Camera dei Rappresentanti), per una popolazione di più di 300 milioni di abitanti; da noi sono 945, su una popolazione di circa 60 milioni.
«Credo quindi che, prima di toccare le Province, si debba iniziare a tagliare dal Parlamento, riducendo drasticamente il numero dei parlamentari. Altro problema, poi, sono le Province e le Regioni autonome, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige: non hanno più senso di esistere. Il problema serio sono i grandi centri di potere di questo Paese, gli sperperi, la corruzione. È demagogia pensare che se si riducono le Province si fa qualcosa di definitivo».

Però per ora si parte tagliando le Province. E Biella deve scegliere: tornare con Vercelli o far parte del Quadrante. Secondo lei?
«A mio giudizio, le Province nemmeno dovrebbero esistere; il nostro obiettivo deve essere quello di ridurre la burocrazia: meno strutture ci sono, più veloci si è e più velocemente si agisce. Con meno rischi di corruzione. Detto questo, scegliere “da che parte stare” mi sembra un discorso del tutto campanilistico: parliamo tanto di Europa e poi stiamo a discutere se è meglio mettersi con Vercelli o Novara...».

Ora che anche Carlo Conti ha detto “sì”, lei resta uno dei più ambiti scapoli d’oro della tv. Quando si sposa, Giletti?
«Mi stento a vedere “per sempre” con una donna al fianco. E poi, io, una sposa già ce l’ho: è la televisione. E un’altra che non tradisco è la Juventus...».

Già, il calcio. Deluso per com’è finita l’avventura degli Azzurri agli Europei?
«No, bisogna essere realisti. Siamo andati oltre ogni speranza».

Dove ha visto la finale?
«A casa mia, a Roma».

Da solo o con amici?
«In compagnia di una bella ragazza...».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it

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