Ambiente: il biellese è in salute

Ambiente:<BR> il biellese è in salute
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Come sta la Provincia di Biella dal punto di vista ambientale? Uno studio recentemente curato e pubblicato da Arpa Piemonte traccia un quadro esaustivo della salute del territorio regionale, soffermandosi in modo approfondito sulle singole Province. Acqua, suolo, aria, rifiuti. Lo spaccato della relazine annuale del 2012 restituisce un Biellese tutto sommato in salute, un luogo dove le condizioni di vita, dal punto di vista delle varie forme di inquinamento degli elementi naturali, rimangono più che accettabili. Un buon risultato, in linea con le realtà provinciali  comparabili per superficie e popolazione.

Il direttore di Arpa Biella. «Partendo dall’aria - racconta il dirigente responsabile del dipartimento Arpa di Biella, ing. Bruno Barbera (nella foto a destra) - rispetto a venti anni fa  la situazione è molto migliorata. Un risultato raggiunto principalmente grazie alla trasformazione dei combustibili utilizzati per il riscaldamento domestico: dalla nafta al gasolio, al metano ed infine al teleriscaldamento che, bruciando combustibile in una sola caldaia, nella quale i fumi vengono trattati prima di essere immessi in atmosfera, producendo la stessa quantità di calore di tante piccole unità, ha un impatto molto inferiore sull’ambiente». Quando si pensa all’aria inquinata si immagina un incremento della tossicità dalla campagna alla città e dalla città piccola a quella grande. C’è un dato interessante, invece, che riguarda il proliferare, negli ultimi anni, di stufe a legna e pellet.
Per quanto riguarda la presenza nell’aria di benzo pirene, nel cossatese se ne trova di più che a Biella. «Un po’ per ragioni economiche, un po’ per praticità - spiega Barbera -, si brucia più legno di un tempo e generalmente avviene più nei paesi che in città. E’ la spiegazione per cui quel dato appare più alto a Cossato che a Biella».
Studi concreti, infine, hanno dimostrato come i blocchi della circolazione del traffico servano davvero a poco, se non nelle ore immediatamente a ridosso del blocco stesso. Le piogge, specie se costanti e non concentrate, sono l’unico vero aiuto alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. «In effetti se si osserva il trend degli ultimi anni, la leggera risalita dei valori nel 2011 è proprio da imputarsi ad una piovosità mal distribuita durante l’anno». Si tratta, come si può osservare dal grafico, di valori comunque inferiori al 2008.

Acqua pulita. Piuttosto lusinghieri anche i dati che riguardano le acque, monitorate con frequenza dall’Arpa. Dall’analisi ne scaturisce un quadro con 8 indici positivi su 10, a confermare che i corsi idrici del Biellese, eccezione fatta per eventi catastrofici occasionali, si presentano inbuone condizioni. C’èuna sola eccezione, legata all’installazione delle centraline che producono energia, così ravvicinate da creare tratti di fiume che in diversi casi garantiscono solo un flusso minimo di acqua. Sta bene anche il lago di Viverone (articolo in alto, ndr), almeno sotto il profilo della balneabilità.

 
Rifiuti. Se prosegue bene la raccolta differenziata, che mostra una crescita della sensibilità dei cittadini e una percentuale in crescita anche sul territorio Biellese.
 Sul fronte dei rifiuti i problemi maggiori rischiano di derivare dall’abbandono indiscriminato di grosse e ingombranti quantità al di fuori degli spazi consentiti. Una pratica che viene monitorata spesso anche per la presenza di amianto: «Noi consigliamo come rimuoverlo - conclude Barbera - a chi ne fa richiesta, ma molto spesso ci capita di ricevere segnalazioni di amianto abbandonato. Un malcostume, anche in questo caso, probabilmente figlio della crisi».
Un problema maggiore può riguardare gli stabili dismessi che necessitano di intervento. «In questo caso - conclude Barbera - talvolta non ci sono più proprietari e quando un intervento diventa necessario il costo ricade sulle casse pubbliche».
Fabrizio Ceria

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