Dal "gratacul" al..."piciu russ"
Netro
Come è consuetudine per molti dei comuni della Valle Elvo, per Ferragosto riaprono le case degli emigranti che rientrano nel paese di origine, e le località si animano.
Aspetti naturalistici netresi. A Netro l’amministrazione comunale e l’associazione “I Brusafer”, grazie alla collaborazione dei netresi, hanno allestito per l’occasione una mostra nella chiesa di San Rocco dall’11 al 15 agosto. Saranno esposti i disegni di Giorgio Bertinaria, la collezione di insetti di Nicandro Crudo e i pizzi di Claudina Borrione. E a proposito di Giorgio Bertinaria, già conosciuto per la sua opera di valorizzazione delle risorse culturali del territorio, saranno esposte le illustrazioni che hanno trovato ottima collocazione anche nel suo Disiunàre netrèis, una raccolta di termini e detti più o meno caratteristici del dialetto netrese, inclusi i nomi di località.
Una ricerca lunga 20 anni. Con passione immutata, per più di vent’anni Bertinaria ha raccolto in un vero e proprio dizionario i modi di dire, le usanze e i costumi della sua terra. Sulle orme del mai dimenticato poeta e amico netrese Angelo Roj, l’autore ha racchiuso in un libro, che sprizza simpatia da ogni pagina, termini curiosi e detti popolari, rispetto per la sapienza e i valori del passato, aspetti della vita netrese e una lettura puntuale del territorio. Un’eredità culturale che riporta alle radici, da tramandare alle nuove generazioni.
Dalla A di “abandùn” alla Z di “Zumèr”, la regione meridionale di Netro in cui in una fucina si forgiavano le armi bianche per conto dei Savoia, Giorgio Bertinaria intrattiene il lettore del suo Disiunàre con l’essenza del linguaggio locale, trascritto alla buona tanto per non mettere in difficoltà chi lo volesse consultare. Più volte la schiettezza del suo dire, che non è altro che la maniera diretta di esprimersi dei netresi, cattura l’attenzione e fa tornare in mente espressioni accantonate nella memoria.
Arte al servizio della parola. Con bravura e con abilità Giorgio Bertinaria ha completato il Disiunàre inserendo pagine di disegni, un apparato iconografico preciso e pieno d’amore per i funghi che egli conosce benissimo, per gli animali e la flora della Valle, per gli angoli caratteristici di Netro.
Dalla “paniòla” al “piciu russ”, dalla “bìsa-susìa” al “givo”, gli animali della Valle sono stati disegnati accuratamente a china. Tengono compagnia alla “verna”, alla “cànva” e al “gratacul”, altre mille varietà di piante e di fiori locali.
E per finire in gloria il suo Disiunàre Bertinaria ha riportato dal dialetto netrese i nomi di persona con eventuali varianti che venivano sovente usate come soprannomi. Un’usanza superata dalla globalizzazione che ha uniformato anche questa importante traccia del passato.