Cacciatori sul piede di guerra
Cacciatori infuriati per il rinvio dell’apertura della stagione venatoria, dopo la sospensione decisa dal Tribunale amministrativo regionale, in ragione di una bocciatura del calendario dopo un ricorso di alcune associazioni ambientaliste. L’assessore provinciale con delega sulla materia, Fausto Governato Greggio, è pessimista: «Dubito che la Regione Piemonte riesca a risolvere il problema e quindi consentire l’apertura della stagione per il fine settimana. Il che aumenterà il malcontento dei cacciatori, che in questi giorni si sono fatti sentire. Come Provincia nulla possiamo fare, se non raccogliere gli sfoghi di queste persone, che hanno molte ragioni...». Governato Greggio teme anche possibili conseguenze per i piani di abbattimento al cinghiale. «Qualcuno ce l’ha detto chiaramente - spiega -. Se le istituzioni trattano così i cacciatori, i cacciatori quando si tratterà di aiutare le istituzioni per la lotta ai cinghiali, diranno: arrangiatevi. Alla luce di quanto sta avvenendo, è difficile dare loro tutti i torti».
Toni più ottimisti da parte dell’assessore provinciale all’agricoltura, Guido Dellarovere. «Spero proprio che domenica si inizi - dice l’amministratore, noto cacciatore -. Ho sentito diverse persone in Regione e non è da escludere che la giunta riesca ad approvare una delibera con cui risolvere l’inghippo. Sperando di non vedere tutto bloccato per l’ennesimo ricorso degli ambientalisti... Noi cacciatori? Certo, è possibile che molti siano arrabbiati o delusi, ma credo che la maggior parte sia soprattutto amareggiata; e comunque credo che responsabilmente, come sempre, faremo la nostra parte nei piani d’abbattimento ai cinghiali. Al di là delle fantasie di certi ambientalisti che credono nelle favole e nel socialismo reale, il nostro ruolo nei comparti alpini è importante».
Fabrizio Biolé, consigliere regionale del “MoVimento 5 Stelle” chiede la testa dell’assessore regionale: «L’arroganza dell’assessore lo ha portato a compiere passi improvvidi. Per impedire un legittimo referendum ha abrogato un’intera legge, non si è mai voluto confrontare con i gruppi di opposizione a tal proposito e, in più, giudica con sprezzo l’attività di associazioni che legittimamente rivendicano la salvaguardia dell’ambiente e della fauna piemontese, dimenticando il proprio ruolo istituzionale. In questo momento la situazione rappresenta motivo di vergogna per la giunta: per questo pensiamo che Sacchetto debba fare un passo indietro».